UN VIAGGIO TRA ARTE, ARTISTI E CULTURE (NON SOLO A NAPOLI) DURANTE LA PANDEMIA. CHI L’HA DETTO CHE NON SI PUO’… IL MANN E IL MADRE A PORTATA DI CLICK

Iolanda Nunziante

Dalla definizione della Treccani, nell’ambito delle cosiddette teorie del bello o dell’estetica, si tende a dare al termine arte un significato privilegiato, vario secondo le diverse epoche e i diversi orientamenti critici, per indicare un particolare prodotto culturale, comunemente classificato come pittura, scultura, architettura, musica, poesia, ecc. Questo è il nostro oggetto, l’Arte nelle sue diverse forme ed espressioni. A determinare però la particolarità dei nostri itinerari, è da un lato lo spazio (quello che ci manca da mesi, quello di cui siamo privati tra varianti di colori per regione e quarantene), dall’altro il modo di fruire della bellezza e della potenza dell’arte (privati, ancora, della fisicità e corporeità delle opere): spazio e modo si traducono dunque in una nuova dimensione che è tutta virtuale, e prima di sbarcare per mezzo del nostro pc al Louvre di Parigi, o al Moma e al Met di New York, proviamo a scoprire e riscoprire la nostra città e gli innumerevoli luoghi d’arte che compongono il grande scenario artistico partenopeo (ma anche campano). Pasolini scrisse: «Napoli è ancora l’ultima metropoli plebea, l’ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane)». Come villaggio e viene da dire villaggio d’arte, Napoli offre scenari di bellezza immediata e di grande carica artistica anche nelle sue superfici esterne, dai murales dei quartieri spagnoli che dipingono il Dio fattosi uomo e napoletano che fu Maradona, a la Madonna con pistola di Bansky in Piazza dei Gerolamini fino alla street art di San Giovanni a Teduccio. Esempi di musei e teatri all’aperto che non restano chiusi all’occhio del cittadino, mentre altre porte di straordinarie collezioni d’arte restano tristemente serrate e resistono alla prova dei tempi reinventandosi e aprendosi alla chiave virtuale.

gli interni del Mann

Primo esempio fra tutti il  (MannMuseo Archeologico di Napoli che grazie a Google Arts & Culture in 12 storie (che sono vere esposizioni) ci catapulta direttamente dagli Ori della Magna Grecia fino ai Fasti Fernesiani passando per le Elezioni a Pompei: 825 elementi da organizzare per popolarità, data o colore prima di raggiungere 7 VISTE sul MANN. Sulla stessa piattaforma Google, spostandoci poco sulla mappa ma risalendo una strada temporale che dall’antica Grecia ci porta all’arte contemporanea, arriviamo al Museo Madre: con le immagini degli allestimenti Site-specific (2005). Il Madre: Museo d’arte contemporanea Donnaregina si trova nel cuore storico di Napoli, a pochi

l’ingresso del Madre

passi dal Duomo e nell’antico quartiere San Lorenzo. L’arte povera di Luciano Fabro, con Il cielo di San Gennaro; la transavanguardia di Francesco Clemente che nel 2005 allestisce per il Madre Ave ovo, un affresco di proporzioni monumentali articolato in due sale e su due piani del museo; l’installazione di Bianco Valente, Il mare non bagna Napoli, nella triste allusione a un mare, simbolo di riscatto e speranza, sconosciuto alle coste di Napoli. Tradizione e Innovazione, l’arte che viaggia nel tempo pur restando ferma nella stessa città, due esempi quello del MANN e del MADRE da raggiungere con ogni strumento a nostra disposizione, compreso quello del web. Per concludere diremo che lo scopo di questo itinerario, che non finisce al museo di Arte contemporanea o al museo Archeologico Nazionale, non è offrire al lettore la solita brochure da museo, o invitare alla visita quasi come si trattasse della vendita di un prodotto, piuttosto pensiamolo come un’esortazione a non appassire alla secchezza di questi tempi, a cercare la bellezza, l’evasione, il viaggio approfittando dei mezzi e dei luoghi che ancora ce lo concedono. Napoli non si esaurisce mai, nello spirito e nella sua arte, e il viaggio ci è concesso, con partenza dagli occhi di Saffo (nel ritratto datato 55-79 d.C. e conservato al MANN) e arrivo alle “capuzzelle” di Rebecca Horn nell’installazione Spirits del MADRE.

Iolanda Nunziante

 

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.