LA MORTE DEL BOSS – Tra 90 giorni l’esito dell’esame autoptico sulla salma di Raffaele Cutolo: le procure indagano sull’eventualità di un memoriale lasciato dal boss

Ottaviano – L’esito degli esami autoptici sarà disponibile tra 90 giorni e la famiglia Cutolo non ha disposto una perizia di parte. L’esame è stato disposto per accertare se vi siano state colpe mediche, carenze nell’assistenza sanitaria ed eventuali responsabilità nella morte di Raffaele Cutolo avvenuta mercoledì scorso a 79 anni. Sono i quesiti posti dal sostituto procuratore di Parma, Ignazio Vallario, al medico legale che ha disposto anche gli esami istologici e tossicologici. Nell’ultimo periodo Raffaele Cutolo era stato più volte trasferito dal carcere al reparto ospedaliero. Nel respingere l’ultima istanza di differimento della pena, fatta dall’avvocato Gaetano Aufiero difensore del boss per le condizioni di salute, il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, a giugno 2020, come le sue condizioni fossero compatibili con la detenzione. Ma soprattutto come, nonostante l’età, Cutolo fosse ancora un simbolo. “Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali  Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”, scrivevano i giudici. E subito proseguivano: “Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un simbolo per tutti quei gruppi criminali che continuano a richiamarsi al suo nome”. Intanto sui social, dopo la morte di Cutolo si innescano le solite polemiche tra Nord e Sud, al punto che il sindaco leghista Fontevivo (Parma) Tommaso Fiazza commenta così su facebook la morte nel carcere di Parma di Raffaele Cutolo: “Il fondatore della Nuova Camorra Organizzata aveva 79 anni ed era il detenuto più anziano al 41 bis. Un capo clan camorrista che si portava sulle spalle decine di vittime. Posso dire che ci siamo liberati di un peso?”. Al post ha fatto seguire l’hashtag #laMafiaMiFaschifo.

Intanto le Procure di Napoli e quelle di Parma indagano sull’eventualità che il capo indiscusso della Nco possa aver lasciato memorie dei misteri che ha portato nella tomba. Dal rapporto coi servizi segreti che in più processi ha definito “deviati” a quelli con le Brigate Rosse per la scarcerazione dell’allora assessore Regionale democristiano Ciro Cirillo, alle dichiarazioni sulla morte di Aldo Moro. Dai rapporti con la ndrangheta, all’opposizione dura contro la mafia corleonese di Totò Riina. Raffaele Cutolo, mai passato dalla parte dello Stato e più volte dettosi “pentito davanti a Dio per gli errori commessi”.

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