Sul futuro dell’Ospedale Apicella, non il solito dibattito ma idee e progetti per il rilancio del nosocomio di Pollena Trocchia

Pollena Trocchia – Non è stato il solito, l’ennesimo incontro sull’ospedale Apicella, ormai ridotto esanime dalle scelte politiche e ospedaliere regionali che negli anni l’hanno prima smembrato e poi privato completamente del pronto soccorso. Il movimento “Comitato Pollena Trocchia solidale” ha organizzato un incontro per discutere del futuro dell’Ospedale Apicella che a differenza di altri ha posto in essere anche delle soluzioni e un appello, affinchè la battaglia per mantenere in vita il nosocomio vesuviano, partire dal basso riunendo le associazioni di malati e quanti abbiano a cuore la sanità pubblica. Moderato dal coordinatore del Comitato Pollena Trocchia Solidale Roberto Braibanti, al tavolo dei relatori si sono alternati gli interventi dell’avvocato, ex sindaco e oggi delegato della cassa previdenziale forense, Agostino Maione, il medico Nicola Coppola, più volte in consiglio comunale, lo specialista in urologia Giuseppe Manno. “La nostra idea, è quella di potenziare la struttura per quel che riguarda la medicina del territorio piuttosto che il trattamento delle emergenze-urgenze, incrementando i servizi ambulatoriali e rendendo la struttura un fiore all’occhiello dell’hinterland vesuviano. Come sempre, noi speriamo nello sviluppo di un fronte comune al fine di trovare una soluzione ottimale per l’intera cittadinanza.  Non servono ulteriori passerelle, abbiamo bisogno di soluzioni concrete. I cittadini meritano coerenza e onestà intellettuale. Garantire il diritto alla salute è un dovere inderogabile della vita di un uomo” affermano in un comunicato dal Comitato. “L’Ospedale Apicella – ha detto l’avvocato Maione – è un bene prezioso non solo per la comunità di Pollena Trocchia ma per l’intero vesuviano e così deve essere trattato. Oggi non si tratta più di combattere per difenderlo, ma di impegnarci tutti a che possa essere rilanciato”. Nonostante tante, forse davvero troppe, ombre, l’Apicella è ancora un centro di eccellenza per diverse attività medico scientifiche quali i reparti di gastroenterologia e della dermatologia oncologica che assieme al reparto di oncologia è in diretto rapporto con l’equipe dell’Ospedale Pascale del professore Paolo Ascierto.

“Da medico, da cittadino e da consigliere comunale – ha detto Nicola Coppola – ho assistito allo smembramento politico del nostro ospedale, partito come riconversione all’interno di un piano ospedaliero regionale nuovo e finito per essere un disegno politico bene preciso che ha distrutto l’Apicella per favorire altri ospedali, fregandosene completamente delle esigenze di più comunità vesuviane. L’allora sindaco Francesco Pinto per appoggiare la scelta dell’allora governo regionale Caldoro di chiudere il pronto soccorso non accettò nemmeno la volontà del Consiglio Comunale e accettò le scelte cadute dall’alto del centro destra regionale, senza batter ciglio, a differenza del sindaco di Torre del Greco che si è battuto perché l’ospedale Maresca fosse ancora un presidio sanitario attivo”. Promesse, incontri, dibattiti, fiaccolate, sull’Apicella si è detto di tutto e di più. “E’ finita l’era dei proclami e delle promesse che vanno al vento – dice Giuseppe Manno – se andate sul sito dell’Asl Napoli 3 Sud. L’Apicella nemmeno c’è, accorpato in tutto e per tutto all’ospedale di Nola. Ci hanno riempito di bugie: dal 2017 l’Apicella di Pollena Trocchia è sede di un Uccp assieme a Torre del Greco e a Sant’Agnello ma di fatto questa da noi non è mai partita. Poi sui giornali leggiamo che coi fondi del Pnrr a San Giorgio a Cremano nascerà un mega ospedale di comunità. Qui non si deve costruire nulla ex novo, c’è già tutto, va solo potenziato e avvicinato alla comunità. A Pollena Trocchia l’Asl possiede anche l’ex convento delle suore di clausura, oggi completamente abbandonato a se stesso e distrutto. Per l’Apicella bisogna partire subito con la istituzione del Presidio Intermedio: non servono mega investimenti ma solo la volontà politica di far rinascere un ospedale che ancora oggi mantiene grosse eccellenze mediche”.

 

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