PER LA FESTA DEL PAPA’ – Quando il falegname si inventò “zeppolellaro”: ecco le Zeppole di San Giuseppe Fritte

Perché si chiamano così e quali preferite tra quelle fritte o al forno? Io preferisco le Zeppole di San Giuseppe fritte, senza troppi fronzoli con la crema pasticciera e le amarene. E sul perché si chiamano così, fin quando non ho iniziato a scrivere di food, qualche anno fa, onestamente non ne sapevo affatto il motivo. Si chiamano così perché pare che in fuga dall’Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe il papà putativo del figlio di Dio si mise a fare le zeppole per far mantenere la sua famiglia. Oggi sono un dolce internazionale che parte da Napoli e finisce nelle vetrine delle pasticcerie di tutto il mondo in tantissime varianti che non si rifanno solo alla cottura della mitica pasta choux (acqua, farina, burro e un pizzico di sale) ma soprattutto per le tante guarnizioni che si fanno. Oggi addirittura c’è chi le fa salate. Noi amiamo le tradizioni e le uniche concessioni alle Zeppole di San Giuseppe sono sulla cottura: o al forno o fritte. Facciamo le fritte. Iniziamo a preparare la crema pasticciera che poi mettiamo a raffreddare prima di mettere nella sacca a poche. Rompete tre uova in un tegame, aggiungete lo zucchero e mescolate con una frusta unite la maizena (farina bianca finissima che si ottiene dalla lavorazione dei semi di granturco), sempre continuando a mescolare. Aggiungete a filo il latte che avrete fatto scaldare sul fuoco precedentemente con la scorza di limone. Una volta aggiunto il latte, ponete il composto sul fuoco e mescolate con la frusta fino a far addensare la crema. Riponete la crema pasticcera in una ciotola, ricopritela con la pellicola e fatela raffreddare.

Per la pasta choux: versate l’acqua in un tegame capiente , quindi aggiungete il burro a pezzetti  e un pizzico di sale . Accendete il fuoco medio e mescolate con un cucchiaio di legno per sciogliere il burro. Quando il liquido inizierà a bollire, versate la dose di farina in una volta sola  e continuate a mescolare . Il composto dovrà staccarsi dalle pareti del tegame diventando una palla. A quel punto spegnete il fuoco e versatelo in una ciotola. Allargate leggermente al centro per intiepidirlo più velocemente e, a parte, sbattete insieme le 3 uova intere con il tuorlo. Versate il composto di uova nella ciotola con l’impasto poco alla volta, mescolando sempre con un cucchiaio di legno. Versatelo in una sacca a poche con una bocchetta a stella. In un tegame capiente scaldate l’olio di semi di arachide e portatelo ad una temperatura non oltre i 170; mentre l’olio si scalda posizionate sul piano di lavoro un foglio di carta forno in cui creare ben distanziate tra loro le zeppole. Con la sacca a poche disegnate un cerchio di impasto a doppio giro, un cerchio sopra l’altro. La ciambellina che andrete a creare dovrà essere di circa 6-7 cm di diametro.

Poi ritagliate dei quadrati di carta forno attorno alle zeppole , in modo da prenderle più facilmente e tuffarle nell’olio giunto a temperatura: una o massimo 2 zeppole alla volta con la parte della carta forno rivolta verso l’alto. Vedrete che dopo pochi istanti la carta forno si sfilerà molto facilmente ; lasciate friggere alcuni minuti la zeppola senza capovolgerla in modo che non si “spanci”, ovvero mantenga bene la forma cuocendo. Poi rigirate le vostre zeppole e fate cuocere anche dall’altro lato. Basteranno 5-6 minuti in tutto. Una volta pronte e ben dorate, scolatele con una schiumarola . Spolverizzate le zeppole con lo zucchero a velo, aggiungete un ciuffo di crema pasticciera all’interno  e metteteci le amarene. Le mitiche zeppole di San Giuseppe fritte sono pronte per essere servite. Se volete, abbinate a un limoncello freddissimo o a un nocino a temperatura ambiente.

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