Lello Arena scrive a Repubblica: Napoli “Io, Troisi e la Smorfia: Napoli rischia di perdere i nostri cimeli”

 

Caro Direttore, ti scrivo approfittando della tua gentilezza, e della nostra amicizia di sempre, per raccontarti una storia. Spero non la “solita” storia napoletana. In questa mia terza giovinezza professionale sto sperimentando, con grande gioia, una nuova permanenza in città. Infatti napoletana è la mia produzione per il cinema e la televisione, napoletana quella che si occupa dei miei spettacoli teatrali e a Napoli sta l’Accademia che dirigo e nella quale mi occupo della formazione di nuovi talenti per lo spettacolo. Questo, nella sostanza mi ha permesso di essere più attivo e più presente nella vita culturale e artistica di una città che, per molti versi, non si fa fatica a definire come unica al mondo. Di alcune di queste occasioni sono stato felice spettatore. Valgano per tutte due straordinari ringraziamenti di Napoli, con due mostre eccezionali, ad alcuni dei suoi figli più illustri: Totò e i fratelli De Filippo. Era ora! Ci voleva! Di altre, sono stato appassionato ed emozionato protagonista. Con Revuoto 2018 si rendeva finalmente omaggio a Massimo Troisi e al nido sicuro che aveva protetto e fatto crescere il suo talento e la sua arte, La Smorfia. L’estate scorsa, con R-estate a Napoli 2020, siamo usciti dalla prima ondata di pandemia restituendo, a più di 15000 napoletani e visitatori, il salotto buono di Piazza del Plebiscito. Dando spazio ad artisti e maestranze dello spettacolo. Spazio e lavoro, ospitando dalle più giovani e interessanti promesse del futuro e arrivando fino alle leggende della nostra città e del mondo. Arturo Brachetti a braccetto con Peppe Barra, Allevi con Enzo Avitabile, tutti i rapper campani a fare da apripista a Sal Da Vinci. E così via!

Lello Arena

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