Lavori per la delocalizzazione/costruzione di un palazzo e parcheggi interrati a Via Diaz tra lo stupore dei residenti. La denuncia dell’ex consigliere Mauro Mazzone: “Inopportuno politicamente che un commissario approvi un PUC varato 5 anni fa”

L’inopportunità politica di approvare il Piano Urbanistico Comunale, varato tra l’altro 5 anni fa, da parte del commissario prefettizio Roberto Esposito“: questa la “denuncia” dell’ex consigliere comunale Mauro Mazzone, oggi candidato con “Movimento per Portici Democratici e Progressisti“, all’indomani delle lamentele dei residenti di Via Diaz che hanno improvvisamente visto effettuare operazioni di pulizia e sbancamento del terreno al civico 7 bis della strada del centro di Portici che collega Corso Garibaldi con Piazza Poli, il Mercato e Viale Leonardo da Vinci; arterie principali cittadine. Operazioni che anticiperebbero la delocalizzazione e quindi la costruzione di un nuovo palazzo, con tanto di parcheggi interrati, da Via Paladino 14 a Via Diaz, finita nel mirino di forze politiche e di liberi cittadini.

Portici, in questi mesi di commissariamento, ha visto una frenetica attività dell’ Amministrazione Comunale – ha scritto in una nota stampa Mauro Mazzone – riguardante anche cose rilevantissime come l’assegnazione di beni confiscati alla camorra, quella di pezzi di patrimonio immobiliare dell’Ente ed ha visto anche dei silenzi assordanti , come quello sulle vicende inerenti la fidejussione ai gestori della Piscina Comunale e lo scioglimento del nodo irrisolto “Ciro a Mare. Fanno riflettere le recenti affermazioni dell’On. Luisa Bossa quando al vostro giornale ha dichiarato di aver assistito durante queste elezioni ad una mano esterna che decidesse le cose. “Come se al commissario fosse dovuto soltanto l’atto finale delle sue azioni di governo”. Fanno riflettere – continua Mazzone – soprattutto alla luce di ciò che accade in città e considerando il peso delle libere scelte che il Commissario, con nonchalance, sottrae alla cittadinanza , non ultima la pianificazione urbanistica del territorio che l’ Ente ha licenziato senza alcun confronto con la cittadinanza licenziando un progetto preliminare di cinque anni fa senza però interpellare a distanza di anni, come suggerisce la legge 16/2004 i cittadini , le associazioni di categoria e gli stakeholders. Questo argomento che sembra materia da burocrati o al più da geometri dell’ufficio tecnico comunale, in realtà incide notevolmente sulla quotidianità di ciascuno di noi. Il Piano Urbanistico Comunale è l’atto con cui gli amministratori scelgono le politiche per il territorio, viene concepito in ossequio alle esigenze dei cittadini, considerando ad esempio i punti di criticità ad esempio del traffico veicolare, va aggiornato in merito alle grandi questioni del territorio come ad esempio il rischio Vesuvio e comunque in ogni caso, va concepito e sviluppato di concerto con la cittadinanza”.

In data 03 Febbraio 2015 è stata presentata al Comune di Portici la richiesta di Permesso di Costruire per la delocalizzazione del fabbricato sito in Portici alla Via G. Paladino n. 14. La pratica è stata presentata dall’avv. Salvatore Galdieri, amministratore della società Chiara srl, quale proprietaria del fabbricato da delocalizzare, di intesa con l’arch. Marcello Conturso, amministratore della società Elena srl, proprietaria dell’appezzamento di terreno sito alla Via Diaz n. 7/b, e il sig. Pasquale Mele, quale proprietario esclusivo della zona di terreno sito alla Via Diaz n. 7/b, interessata anch’essa dalla delocalizzazione del nuovo fabbricato. La firma della relazione tecnica è a cura dei progettisti Ing. Nicola Spina, l’Architetto Carlo De Francesco e l’ingegnere Antonio Elefante.

Il progetto prevede la demolizione del rudere di Via Paladino; la conseguente cessione dell’area al Comune di Portici e la realizzazione di un nuovo fabbricato a 100 metri di distanza, a Via Diaz, costituito da un piano terra con una destinazione di tipo terziaria (commerciale o produzione di servizi) con complessive n. 13 unità immobiliari, nonché da un primo e secondo piano, con complessive 8 unità abitative. Inoltre il progetto prevede anche la realizzazione di un parcheggio interrato su 3 livelli,contenente 75 box-auto pertinenziali e 98 stalli per parcheggio a rotazione, per complessivi 173 posti auto, e comporterebbe una serie di vantaggi: come l’ eliminazione del restringimento della stessa Via Paladino e miglioramento dell’accessibilità dell’istituto scolastico contiguo; la riduzione del peso urbanistico rappresentato dalla volumetria residenziale in ottemperanza alle disposizioni della legge regionale n.21/2003, che incentiva la delocalizzazione delle residenze nei territori sottoposti a rischio vulcanico, favorendo le vie di fuga; la mancata alterazione della destinazione urbanistica dei sito destinato ad accogliere la delocalizzazione del fabbricato, che resterà Parcheggio Pubblico e quindi non altererà la equilibrata previsione di PRG; e, infine, la realizzazione del Parcheggio Pubblico a rotazione a cura e spese del privato in regime di convenzione.

Lo scorso 15 Marzo, il Commissario Straordinario del Comune di Portici, Roberto Esposito, con deliberazione n. 47, tramite i poteri della Giunta Comunale, avente ad oggetto la “delibera di C.C. n. 5 del 03/03/2017 “, ha espresso l’interesse ad acquisire l’area di sedime del fabbricato di Via Paladino da demolire. Una scelta contestata da alcune forze politiche sul territorio e da cittadini liberi, data la presenza di un ricorso al Tar con cui un residente di via Diaz ha impegnato il permesso a costruire della società Chiara: “Con un atto deliberativo – ha detto il candidato sindaco di Sinistra italiana, Salvatore Iacomino, lo scorso 16 Marzo – si provoca l’abbattimento di un palazzo intero per costruirne un altro e avere la concessione dell’area di servizio. L’atto in sè potrebbe essere anche legale dal punto di vista normativo, ma difetta in alcune cose. Siccome rispetto a questa procedura c’è un ricorso al TAR, non è possibile che il parere di un geometra sostituisca la decisione di un Tribunale. C’è qualche altra cosa in queste carte che io non comprendo ma che posso benissimo immaginare. È un’altra operazione che mette in moto meccanismi quantomeno dubbi. Arrivare al punto che un tecnico possa affermare che il ricorso al TAR sia infondato è una cosa che fa tremare i polsi“.

Il ricorso al Tar si basa su profili di illeggitimità riscontrati da una perizia tecnica dell‘ing. Caccavalle, incaricato dal residente di uno dei palazzi limitrofi all’area di Via Diaz 7bis, sul permesso a costruire. Una perizia che getta sospetti anche sulla serie di vantaggi che provocherebbe il progetto di delocalizzazione: in particolare la mancata alterazione della destinazione urbanistica dei sito e il favorire le vie di fuga in caso di rischio vulcanico. Ma il geometra Luigi Marino del Comune, senza aspettare che venisse nemmeno fissata l’udienza, ha ritenuto infondati i motivi della perizia che avrebbero spinto al ricorso. “Crea sgomento,  – ha concluso Mauro Mazzone –  in chi vive la propria realtà da cittadino e non da suddito, scoprire ,ad esempio, che c’è un progetto di delocalizzazione di un edificio che “passa” da via Paladino 14 a via Diaz . Lascia l’amaro in bocca ascoltare le proteste di alcuni concittadini che non riescono a far sentire le proprie ragioni, i quali vedendo sorgere, il 2 maggio scorso, l’allestimento di un mini cantiere sotto il proprio balcone e l’inizio del livellamento del terreno su cui dovrebbe sorgere il nuovo palazzo di via Diaz, hanno provveduto a diffidare il Commissario prefettizio il giorno 17, senza però ricevere fin oggi alcuna risposta. Ieri sul terreno interessato sono incominciate le opere di “sbancamento” e la polvere sollevata sembra aver posto la questione all’attenzione pubblica. Non vi è dubbio che diritti e doveri dei cittadini , tutti , sono o saranno tutelati, ma quello che svuota del significato il termine democrazia è la totale assenza di partecipazione dei cittadini nelle scelte, dove per partecipazione non intendiamo e nemmeno la legge intende solamente la mera informazione, che pure è totalmente mancata, ma il diritto del popolo di farsi parte attiva nelle decisioni riguardanti il territorio in cui vivono“.

Dario Striano

  

 

 

 

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