La testimonianza di Ciro Liguoro un sopravvissuto all’eccidio della Flobert, per dire “no alle morti sul lavoro”

Somma Vesuviana – “Quelle persone persero la vita per portare un pezzo di pane a casa e ancora oggi, purtroppo continuano ad esserci vittime sui posti di lavoro e non è tollerabile. Dobbiamo migliorare ogni giorno e approfondire costantemente il tema della sicurezza fino a quando registreremo zero vittime”. ha detto Salvatore Di Sarno sindaco di Somma Vesuviana.

“Era l’11 Aprile del 1975, ben 48 anni fa. La Flobert, una fabbrica nella quale si producevano proiettili per armi giocattolo, esplose a Sant’Anastasia. Morirono in tredici, dodici uomini e una donna, dilaniati o bruciati. In alcuni casi fu difficile addirittura ricomporre le salme. Ben 6 delle tredici persone che persero la vita erano di Somma Vesuviana.  Alla tragedia il gruppo di canto popolare dei “E’ Zezi” dedicò anche un brano per non dimenticare. Sono stato ben felice di partecipare, all’evento commemorativo organizzato dai giovani studenti del Plesso scolastico Morante  di Sant’Anastasia, in località Madonna dell’Arco. Oggi, a distanza di 48 anni, si continua a morire sui posti di lavoro. Quelle persone persero la vita per portare un pezzo di pane a casa e ancora oggi, purtroppo continuano ad esserci vittime sui posti di lavoro e non è tollerabile. Dobbiamo migliorare ogni giorno e approfondire costantemente il tema della sicurezza fino a quando registreremo zero vittime”. Lo ha dichiarato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, intervenendo oggi alla cerimonia commemorativa delle 13 persone che l’11 Aprile del 1975 persero la vita nell’incendio della fabbrica Flobert. A quell’incendio sopravvisse Ciro Liguoro, che oggi ha voluto parlare ai ragazzi, alle nuove generazioni. “Di quel giorno ricordo lo scoppio – ha dichiarato Ciro Liguoro – la deflagrazione, le persone che finirono sotto di me. Sentivo chiamare aiuto, sentivo figli, madri, padri. Poi uscì da sotto le macerie, grazie a quello che definisco miracolo. All’improvviso mi apparve un fascio di luce con la Madonna Dell’Arco che si avvicinava verso di me. In quel momento ho sentito la forza per uscire fuori. A carponi sono riuscito ad andare verso il terreno, verso l’erba e sono svenuto ritrovandomi all’Ospedale Loreto”.

 

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.