La storia di Anna e Francesco commuove e indigna il web: quanto fanno i Comuni per chi non riesce ad andare alla Tv?

Somma Vesuviana – Storia d’amore, di ristrettezze economiche, di aiuti e di polemiche. Se infatti la storia passata in prima serata a C’è Posta per te, il programma cult (?) condotto su Canale 5 da Maria De Filippi, di Anna e Francesco ha intenerito l’Italia al punto di far intasare le bacheche Facebook e la segreteria del programma Mediasert di commercianti e imprenditori locali e non che vogliono aiutare la coppia, ci si discute su quanto possa aiutare la solidarietà anche chi magari non ha il coraggio di raccontare la propria storia alla televisione.

Lei Anna 21 anni, lui Francesco ne ha 28, due bimbe una di 2 anni e l’altra di 9 mesi. La loro storia è il racconto di una coppia giovane in gravi difficoltà economiche. Provengono da Somma Vesuviana. Lui solo lavori precari, la passione per la sua squadra del cuore (il Napoli) e quella per la famiglia. Lei tanti sogni e tutti i giorni i “salti mortali” per portare avanti una famiglia in ristrettezze economiche. “Lui guadagna 600 euro al mese ma il latte in polvere costa 34 euro a settimana, gli omogeneizzati 50. A Natale ho dovuto vendere le fedi. Ma lo amo tanto, perché è riuscito a darmi quello che mi è sempre mancato. Io non nasco in una famiglia fortunata lui mi ha dato affetto e rispetto. Non sono una che parla spesso, e quando lui ha momenti di sconforto, non so aiutarlo. Voglio fargli sapere così che lo amo. Quando gioca il Napoli, noi non abbiamo abbonamenti per guardare le partite, andiamo al bar, non possiamo sederci e pure se restiamo in piedi, lui è felice”. Francesco, originario di Pollena Trocchia sogna i suoi campioni e Anna per una sera gli fa vivere la favola: Pepe Reina e Dries Mertens, entrano in studio, salutano Maria e poi stringono la mano a Francesco. Portano le fedi e un aiuto economico. A mezzo social c’è chi si offre di pagare il matrimonio, offre un lavoro e non si sa quale certezza per le due bambine. Dove sono i servizi sociali dei comuni? Possibilità di vedere la partita o meno, chi si è mai interessato di queste bambine? E soprattutto: cosa si fa per chi il coraggio (e la fortuna) di finire alla tv non ce l’ha?

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