La Mensa del Buon Samaritano alza “bandiera bianca”, inutile l’appello al Papa: sfratto esecutivo a fine mese. Caramiello: “Inaccettabile accanirsi contro i più deboli”

Portici – La Mensa del Buon Samaritano di Portici, gestita nella sede dell’istituto Pennese dall’avvocato Riccardo Russo dovrà definitivamente chiudere i battenti. La decisione del Tribunale di Napoli è chiara, c’è uno sfratto esecutivo per un debito di circa 80.000 euro per la concessione dell’immobile (di proprietà della Fondazione Pennese) in cui da circa dieci anni, la società benefit gestita da Russo provvede a fornire pasti caldi e anche corsi di formazione alle famiglie più indigenti di Portici, come ad esempio la scuola alberghiera – unica sede a Portici – che accoglie quindici ragazzi a rischio.

L’avvocato Riccardo Russo ha cercato in ogni modo di salvare la Mensa del Buon Samaritano, addirittura appellandosi al Pontefice per metterlo a conoscenza della situazione; ha ipotecato la casa di sua proprietà per fare fronte alle ingenti spese, ma gli sforzi non sono bastati perché secondo la sentenza del Tribunale di Napoli entro il venticinque gennaio ci sarà lo sfratto esecutivo.

“Non posso condividere la decisione del Tribunale di Napoli perché la Mensa del Buon Samaritano da quasi dieci anni, a Portici, si occupa di dare un pasto caldo ai bisognosi e aiutare i ragazzi a rischio – spiega il Deputato Alessandro Caramiello -. Una situazione debitoria è venuta fuori, ma mi auguro che venga dato tempo e una soluzione all’avvocato Russo per rientrare da eventuali situazioni debitorie e proseguire l’opera benefica che da tempo porta avanti. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i più deboli sempre”.

Ha aggiunto Riccardo Russo, gestore della Mensa del Buon Samaritano, “Negli anni siamo stati riconosciuti dalla Caritas come una realtà di eccellenza nell’ambito della Diocesi napoletana, assistiamo dai 70 ai 100 bisognosi alla settimana con la somministrazione di pasti caldi. Non è possibile arrivare alla decisione di uno sfratto esecutivo e lasciare queste famiglie senza un punto di riferimento”.

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