Festibál napoli balla al centro, a sud 2015, parte la prima rassegna di scintille, musiche e balli comunitari Sud a Napoli

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Festibál è un festivál del Basso Mediterraneo che bvalla, e noi là stiamo, e assieme bvalliamo. Un anno di sunate e abballate assieme per fare sentire – col calore e l’allegria – Napoli nuovamente al centro di come vede e vive la vita il mondo cui appartiene. Una cultura fiorita, un incontro al mese, seminari di ballo e di strumenti con chi da quella cultura viene (apposta), e poi a sera concerto festabballo, per ritessere col divertimento legami fra noi e con l’intorno, per toccare la nostra stessa scintilla con dita e piedi, e moltiplicarla.  Napoli è centro, intriso e irraggiante, ma gli avvenimenti dell’ultimo secolo e mezzo l’hanno gradualmente resa centro quasi esclusivamente di se stessa. Il Sud dell’Italia, il Basso Mediterraneo, le sponde remote vi vivevano e conferivano linfa sempre nuova, che piano la rendeva la madre di densità sud che è. Oggi c’è permanenza animata e bizantina, movimento, calore, ma la città si indebolisce, dentro e fuori, perché sempre più confinata a centro solo di sé. Staccata dai legami orizzontali che l’hanno sostanziata, Napoli, pur se paradigma densissimo, oggi per una parte ristagna autoreferenziale, per l’altra insegue maniere più a nord di sé, dissipando coesione. Affinché Napoli stia più in piedi collettivamente, non deve inseguire, ma accogliere, muoversi ad abbracciare tutte le onde che la bagnano e l’hanno bagnata. Deve ridivenire un centro del mondo relazionale da cui proviene e a cui ancora appartiene: la matrice basso-mediterranea di cui rimane impregnata, pur essendone quasi divenuta ignara; i “dialetti” degli altri Sud d’Italia che l’hanno tessuta e tenuta capitale, e in fondo ancora lo fanno, pure se pare ora tutti dialoghino più col soldo di altri colonnelli. Quel mondo deve tornare a Napoli ricreando area liquida di scambi con chi parla la stessa lingua del corpo e della vita. Come già nei secoli, l’economia potrebbe aiutare a riportare quel flusso, ma oggi paradossalmente l’economia fa essere porto altre metropoli d’entroterra.

Come mettere la nostra goccia per ricollocare Napoli al suo centro, sui propri piedi, coltivando comunità? Lo possiamo fare divertendoci, ballando. Festibál è un festivál delle comunità che a Sud si divertono suonando e ballando la propria cultura aperta al mondo. Sfreghiamo il lato di calore e emozione della vita e mettiamo a Napoli musica, balli, allegria da versanti del nostro stesso tumulto: greco, andaluso, ionico, riggitano… Viviamo per un anno anche qui la proprietà e bellezza dei balli comunitari e a cerchio di culture rappresentate come distanti ma assai prossime alla nostra, che con fierezza portano avanti la propria scintilla e coesione nella modernità. Cogliamo ballando insieme l’analoga maniera, individuale e collettiva, di percepire e vivere la vita, e rafforziamo la nostra. Per potenziare il nostro cerchio, bagnamoci in quello vicino, che balla in proprietà.
Napoli deve tornare a rafforzarsi come centro di comunità, contrastando la crescente tendenza a farsi leggere, e vivere, individualista. Il Sud tutto è sempre più vituperato dai suoi stessi abitanti, incitati a pensare ai propri luoghi come un deserto materiale e morale. A Sud, i festival sono proliferati da quando la comunità ha iniziato a sfilacciare nodi e a costruire solitudini, a depredarsi. C’è bisogno di zappare questo “deserto” con il suo proprio concime. Occorre mettere di nuovo sotto gli occhi e i piedi dei meridionali, da angolature prossime, il senso di appartenenza a un mondo relazionale coeso. Ci serve rappresentare e vivere la coesione dei posti contigui nei quali sue forme divertenti sono ancora vive e fruibili. Per rimanere in proprietà dei nostri destini, serve portare i legami del passato a una fioritura che sia bella oggi e parli di futuro domani. È redditizio mostrare che, partendo da maniere fondanti e collettive di noi che tendiamo a trascurare, si può stare magnificamente bene, ritrovando pure semi, senso, orientamento. La parte divertente della vita – la musica, il ballo, la compagnia – è il migliore strumento per tornare a un sé migliore, imbastendo un futuro ricamato.
Scialatevi al Festibál!
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Durante il giorno, corsi di ballo e di strumenti relazionati alle musiche della comunità sonora e coreutica oggetto della giornata, a cura di suonatori e ballerini di quella cultura, che verranno a Napoli appositamente. La sera, la festa a ballo, con concerto dal vivo dei gruppi fioriti dai posti di provenienza, potendo ballare quanto appreso in giornata per chi ha seguito il corso, o ballare comunque per chiunque. Musiche tutte di grosso divertimento, comunità, modernità, euforia e di fruibilità diffusa e non escludente.
Ingresso a sottoscrizione ai corsi e ai concerti (Festibál è in autofinanziamento: se il Sud fosse stato ancora oggi luogo di soldi, non ci sarebbe stato bisogno di promuovere ri-legami orizzontali).

 

venerdì 9 gennaio, concerto di presentazione, ore 21.30: La Mescla
giri di ballo mediterranei

sabato 31 gennaio: IRPINIA, MONTEMARANO
balli: Tarantella;
corso di ballo diurno a cura di Scuola di Tarantella di Montemarano;
corsi di clarinetto, ciaramella, fisarmonica, tamburello.
Concerto festabballo con: TONINO PICCIMONDO e BATTISTA

sabato 28 febbraio: ANDALUSIA
balli: Sevillanas e Rumbas;
corso di ballo a cura di Luisa Lojo;
corso di chitarra flamenca;
corso di cante flamenco.
Fiesta Día de Andalucía ore 21:30 allo SLASH di via Bellini

venerdì 20 marzo sera: PERSIA
Nooruz (capodanno secondo il calendario zoroastriano – Iran, Azerbaijan, Afghanistan…)
balli: Bandarí e altri balli tradizionali persiani;
corso di ballo e di strumenti tradizionali persiani.

 

Appuntamenti successivi (da sabato 25 aprile):

Andalusia (Feria de Abríl)
Pollino
Aspromonte
Sardegna (Barbagia)
Grecia (Macedonia, Tessaglia, Epiro, Creta)
Sicilia (Nebrodi)
Molise
Tunisia-Marocco
Irpinia (Caposele)

 

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