PARTE POLUP – A Ercolano l’ex ministro Claudio Martelli e il suo “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” edito da la nave di Teseo

Ercolano – Undici giornate, undici appuntamenti, tutti di venerdì, tutti in luoghi diversi del territorio vesuviano. Quattro mesi e una carrellata di autori di tutto rispetto. Scrittori legati in un modo o nell’altro al territorio, per affrontare – insieme alle scuole, ai cittadini e alle associazioni – dei temi che troppo spesso sono tabù: ad Ercolano è in partenza la prima edizione di PolUp, il Festival della Cultura e della Politica.  Ieri il primo appuntamento con la presentazione del libro dell’ex guardasigilli ministro di giustizia Claudio Martelli. PolUp è il primo festival ercolanese – ma non solo – dedicato alla creatività, alla storia e alla narrativa. “La kermesse – spiega Piero Sabbarese, ideatore della rassegna – si svolgerà nella zona vesuviana, in particolare in alcune delle location più significative di Ercolano e Portici a partire dall’inizio della primavera e fino all’estate, grazie all’impegno e all’inventiva di un gruppo di cittadini impegnati in vari settori che spaziano dalle pubblicazioni all’insegnamento”. La prima tappa presso l’unico istituto superiore di Ercolano, il “Tilgher”, con Claudio Martelli e il dialogo di presentazione del suo libro “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” edito da la nave di Teseo.

“Giovanni Falcone era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il CSM e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione.” (Claudio Martelli).

 

 

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