Le polacchine, la passione civile e le strade scelte senza sapere la meta: con Aldo Masullo se ne va un pezzo di filosofia mondiale e passione civile e politica

Ti voglio ricordare così. Come per diversi anni ti incontravo al Dipartimento di Filosofia che prima si chiamava facoltà. Ti voglio ricordare come le tue lezioni fatte col cuore e la passione di chi ha dato una vita intera alla ricerca filosofica perché questa non fosse chiusa solo tra le pagine bianche di un libro o tra le mura dei poteri dipartimentali. Ti voglio ricordare sotto il braccio di Alex Giordano mentre facevi il tragitto da San Marcellino al Dipartimento di Scienze Sociali dove tenesti una lezione-happening sull’intelligenza artificiale e i cyoborg con Salvatore Iaconesi Oriana Persico Alex, Maria Venditti e Lello Savonardo. Ti voglio ricordare gigante, bello, affascinante e rivoluzionario. ti ricordo tra i libri di teoretica, quelli su Fichte e i discorsi di politica. Ti ricordo negli editoriali che scrivevi sul giornale e nella voce lieve che ti contraddistingueva. Mi ricordo che Alex lo chiamavi Alessandro e quando ti fermavi alla bancarella dei libri vicino il Dipartimento lo facevi con lo spirito degli innamorati dei primi giorni. Che guardano curiosi e toccano tutto. Con Aldo Masullo non se ne va solo un pezzo della filosofia mondiale. Se ne vanno bei pezzi di memoria mia e l’idea che i grandi non vogliono per forza fare i grandiosi. Di Aldo Masullo mi restano le polacchine, le lentiggini e lo sguardo vispo. La voce lieve e i discorsi belli. Le aule piene e i racconti tra studenti. Mi resta la musica che lasciavi vivere quando passavi. Grazie.

Paolo Perrotta

 

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