Crispino e la ciurma UpNea compiono gli anni coi Marlene Kuntz ed altre idee di “salumeria” underground

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Si entra e si ha subito la sensazione di andare in apnea, come quando ci si ritrova senza respiro, difronte a qualcosa di bello ed altrettanto disarmante; uno spazio – quello dell’ “appartamento” di Via San Giovanni Maggiore Pignatelli, e non solo – in cui confronto e libertà d’espressione la fanno da padrone assolute, e dove la crescita che inevitabilmente ne deriva, è quanto mai radicata in una Neapolis dal fermento artistico sempre più underground: da qui la sigla UpNea, nome dell’associazione culturale che il primo novembre festeggerà – al Déjà-vu’ di Pozzuoli – il suo quinto anno di vita. Da quale necessità è nata una realtà come la vostra? “Più che di necessità parlerei di desiderio – spiega il socio fondatore Gigi Crispino -, quello di cercare uno spazio e un tempo condiviso con tutti coloro che hanno un’intuizione, e che vogliono realizzarla attraverso l’espressione delle proprie passioni, un luogo in cui poter trovare strumenti utili per aprirsi al confronto.” Cosa deve Upnea alla città di Napoli, e quanto ambiente partenopeo e associazione si sono influenzate vicendevolmente? “Napoli è stata determinante per la sua nascita perché la nostra città è piena di un underground artistico, e per artistico intendo musicale, letterario, fumettistico, artigianale, graffitaro, mentre per underground intendo nascosto, e forse soltanto a Napoli poteva venire fuori la voglia di portarlo alla luce. UpNea è cresciuta anche grazie agli artisti partenopei che continuano a spuntare ovunque, e che ci arricchiscono delle loro esperienze, così come fanno le persone che di queste esperienze vengono a nutrirsi, creando così quello scambio di idee che alla fine è linfa vitale. Tra l’altro, abbiamo visto nascere tante realtà con intenti ed idee simili alle nostre, o addirittura da noi ispirate!” In occasione del suo quinto compleanno, UpNea festeggerà in grande stile e con ospiti d’eccezione. Perché la scelta del concerto dei Marlene Kuntz per questa ricorrenza? Ci sono forse ‘affinità’ tra lo spirito dell’associazione e la filosofia/musica del gruppo? “Da un punto di vista anagrafico, la nostra è un’associazione molto trasversale, che raccoglie persone tra i 20 e i 50 anni, mentre i Marlene Kuntz sono un gruppo italiano che è stato capace di influenzare più generazioni, e ciò è un primo importante motivo di affinità. Inoltre, con questa réunion riproporranno il loro primo album ‘Catartica’, disco sì storico ma rivisto con la consapevolezza di un’inevitabile crescita umana ed artistica, che nel tempo ha raccolto nuovi fan. Insomma, sarà un concerto in grado di raccontare a tutti una generazione in musica.” Cosa c’è in serbo per il futuro di UpNea? “Abbiamo tante idee che nel tempo troveranno la giusta collocazione, ma attualmente siamo molto impegnati nella realizzazione di un progetto gastronomico innovativo, che si chiamerà ‘Salumeria UPNEA’: sarà situato al centro storico, e lì dentro condivideremo tanto della nostra passione per la cucina, la fotografia ed altre cose che preferisco non svelare, perché credo fermamente in quell’energia positiva che soltanto l’aspettativa regala ai progetti in itinere”.

 

Chiara Ricci

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