Blue Whale…non chiamiamolo gioco. A Sant’Anastasia la psicologa Cettina Giliberti organizza un focus sul gioco della morte. Con docenti, magistrati, genitori e forze dell’ordine

 

Sant’Anastasia – Cettina Giliberti anche quando faceva l’amministratore pubblico, in contro tendenza, ci metteva la faccia e cercava concretamente di cambiare le cose. Dalla sua prospettiva, si intende. E la prospettiva di una psicologa in prima linea è quella che più di tutte riesce a sviscerare certe dinamiche più che mai attuali, tentando anche di modificarle. Dopo il focus sul bullismo, alle 17 di lunedì 5 giugno, nel Centro Studi Arco, si parlerà del Blue Whale, il macabro e mortale rituale venuto alla ribalta della cronaca dopo un’inchiesta della trasmissione televisiva Le Iene su Italia Uno che in Russia e nell’Est Europa ha già fatto tantissime vittime, specie tra i giovani. Blue Whale…non chiamiamolo gioco: il nome dell’incontro-dibattito-focus (il format della Giliberti è semplice ed efficace: ci sono tecnici relatori e assieme si da la possibilità ai partecipanti di avere risposte chiare più che fare domande e basta) di lunedì organizzato dall’associazione Poliedricamente assieme al Santuario Domenicano di Madonna Dell’Arco, sempre in prima linea in azioni di cultura e sociale. Cettina Giliberti introdurrà e modererà i lavori a cui parteciperanno Vice Questore Compartimento Polizia Postale di Napoli Michele De Copola (il Blue Whale, si avvale di internet e della Rete. Sfrutta i social e la polizia postale è l’unica assieme agli hacker professionisti a poter entrare nei meandri della rete dove purtroppo tutto o quasi è concesso, basta tutelare l’anonimato),  il priore del Santuario di Madonna dell’Arco padre Alessio Romano, la dirigente del I Istituto Comprensivo Tenente Mario De Rosa di Sant’Anastasia, Maria Capone; la dirigente del II Istituto Comprensivo Elsa Morante, Maddalena De Masi; il professore Antonio De Michele, dirigente dell’Isis Luca Pacioli; la psicologa e psicoterapeuta, giudice onorario al Tribunale dei Minorenni di Napoli, Carmen Crovella, e l’avvocato Antonio Abete. Saranno presenti la dott.ssa Antonietta Andria, vicequestore aggiunto della Polizia di Stato del commissariato di Ponticelli e il maresciallo Francesco Russo, comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Anastasia. Questo rituale macabro, purtroppo, corre il rischio di diventare una moda anche dalle nostre parti. Si inizia con tagli sulla pelle e punizioni, fino a sentirsi pronti per suicidarsi, perché indotti e veicolati da un tutor. Un nuovo sacerdote della morte che mina la quiete delle vite dei nostri figli e delle nostre famiglie. Lunedì sarà l’occasione (si spera partecipino tanti genitori) per capire un fenomeno, da più prospettive.

 

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