(VIDEO E FOTO) PORTICI – LO SPORCO SOPRA IL TAPPETO. Rifiuti in superficie al Granatello mentre i subacquei perlustrano le meraviglie del fondale porticese

In superficie “rifiuti“; il fondale, invece, ospita nudibranchi e stelle marine. Un contrasto, quello “andato in scena” ieri al Granatello, che ha provocato diverse reazioni sul web tra i cittadini porticesi.

LA DENUNCIA FOTOGRAFICA DI LET’S DO IT. Nel primo pomeriggio di Domenica 8 Ottobre, su segnalazione di una cittadina porticese, Roberta Biondi, Let’s do it!, associazione che da anni lotta per la riqualificazione ambientale del mare (e non solo) vesuviano, ha denunciato la presenza di un tappeto di rifiuti presso le acque del molo borbonico. Un ammasso di assorbenti, buste, bottiglie, bicchieri e piatti di plastica che ha stazionato per diverse ore sullo specchio d’acqua porticese provocando l’indignazione di cittadini e forze politiche, e riaprendo l’infinito dibattito sullo stato di salute del mare che bagna il Vesuvio e sul cattivo funzionamento del depuratore di NapoliEst, su cui ricadono i sospetti per la presenza dei rifiuti di ieri mattina.

LE MERAVIGLIE SOMMERSE DELLA COSTA PORTICESE. Il tutto mentre sott’acqua i sommozzatori del Centrosub Pianeta Mare di Volla (ex Centro Sub Portici, associazione che da anni si batte per la valorizzazione del mare campano ed organizzatrice dell’evento di pulizia del porto del Granatello di due anni fa congiuntamente alla già citata Let’s do it) perlustravano i fondali marini delle Mortelle: una delle spiaggia della città della Reggia, sita all’interno del molo borbonico. A rendere piacevole l’immersione la vista di polpi (video), stelle marine, nudibranchi (colorati molluschi marini dotati di corpo morbido e flessibile, la cui forma adulta non possiede il “guscio” della conchiglia) e di altre specie di fauna marina [tra cui, però, anche pesci intrappolati nelle reti abbandonate dai pescatori, poi liberati dai subacquei (video)].

Il vesuviano offre infatti numerosi siti di immersione, ed una notevole presenza di fauna e flora marina. Il mare di Napoli, per le caratteristiche elevazioni del suo fondale (secche, banchi e grotte), e per le condizioni climatiche, è considerato una delle aree a più alta biodiversità dell’intero Mediterraneo.

LA LEGGE CHE DISCIPLINA LA BALNEABILITA’. Mare di Napoli che, per quanto riguarda la fascia costiera vesuviana, è tornato quasi del tutto balneabile già dal 2016 grazie anche ad una legge dalle tante zone d’ombra.

Ad Arpac è, infatti, affidato il monitoraggio delle acque costiere campane a tutela della salute dei bagnanti. Monitoraggio che viene svolto secondo quanto prescrive il decreto legislativo 116/08 e le successive norme attuative. Ogni anno, prima dell’inizio della stagione balneare, una Delibera di Giunta regionale individua le aree non idonee alla balneazione. Con la normativa più recente, datata 2010, le acque di balneazione sono classificate secondo le classi di qualità “scarsa”, “sufficiente”, “buona”, “eccellente”. Le autorità comunali sono tenute a vietare ai bagnanti le aree classificate di qualità “scarsa“,  e quelle indicate in “articolo 7” della vecchia normativa (dpr 470/82), queste ultime indipendentemente dalla classe di qualità. L’elenco dei tratti vietati può tuttavia variare nel corso della stagione balneare, e le autorità comunali sono tenute a segnalare le variazioni.

LE ZONE D’OMBRA DELLA LEGGE. Il giudizio di idoneità espresso nella Delibera di Giunta regionale deriva dall’analisi statistica dei risultati delle quattro stagioni di monitoraggio precedenti, in particolare sugli esiti analitici di due parametri batteriologici: Escherichiacoli, ed Enterococchi intestinali, considerati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come più specifici rispetto a quelli della vecchia normativa, il DPR 470/82. Quest’ultima prevedeva l’analisi di ben 12 parametriColiformi totaliColiformi fecaliStreptococchi fecaliSalmonellaEnteroviruspHfenolitensioattivioli mineraliossigeno discioltocolorazione e trasparenza. L’adesione alla nuova legge ha destato numerose perplessità da parte di numerose associazioni, comitati e attivisti impegnati nella campagna di riqualificazione del mare italiano.

TUTTO IL VESUVIANO E’ BALNEABILE. Dal 2011 al 2016 i km di costa balneabile in Campania sono, infatti, notevolmente aumentanti: passando dai 309 iniziali ai 407 dello scorso anno. E sono aumentati soprattutto nella zona a sud del Vesuvio che, come nel 2016, si è confermata quasi completamente a disposizione dei bagnanti.

Su 15 punti di balneazione, soltanto 4 sono stati interdetti alla balneazione, almeno fino al prossimo controllo: il lungomare di San Giovanni a Teduccio, Periferia Est di Napoli, l’adiacente sito museale di Pietrarsa, e le due spiagge ercolanesi “Ex Bagno Risorgimento” e il lido “la Favorita”. Il resto della costa risulta completamente balneabile.

E così la “miracolata” Portici, circondata dalle acque sporche di Ercolano e della zona orientale di Napoli, vanta addirittura un sito classificato eccellente, “l’ex Bagno Rex”, accanto ai due, ritenuti, durante la stagione estiva, “buoni”, Villa d’Elboeuf e Mortelle: quest’ultimo, negli scorsi anni, alle prese con una balneabilità “ballerina”.

Di buona balneabilità anche la Punta Quattro Venti di Ercolano e le spiagge di Torre del Greco, il lido Incantesimo e lo specchio di mare antistante la stazione di Santa Maria la Bruna. La città corallina si è confermata totalmente balneabile e addirittura le sue acque sono state classificate eccellenti in ben 4 punti: si tratta di punta Calastro, la zona Nord della Litoranea, il Lido Torre di Bassano e la spiaggia Mortelle. A macchiare leggermente l’ottimo risultato di Torre del Greco, soltanto il mare antistante la zona Cimitero, che per il rotto della cuffia, in Estate, si è rivelato appena sufficiente per la balneazione.

Dario Striano

(clicca a destra e a sinistra dell’immagine in evidenza per visualizzare l’intera galleria. Le foto sono state scattate dai subacquei del Centro Sub Pianeta Mare)

 

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