Vandali e tamarri a Volla vandalizzano la lapide in memoria di Agostino Navarro. C’è chi dice sia stato il vento. La targhetta è stata ritrovata

 

Volla – Un ulivo secolare per non dimenticare. Una targa perché spesso il ricordo può trasformarsi in esempio. Anche il ricordo di Agostino Navarro, giovane consigliere comunale e assessore a Volla, morto coraggiosamente nelle acque di Sorrento per salvare la sua compagna, nella Dubai vesuviana, fa una brutta fine. Perché a Volla se non hai un cavolo da fare puoi divertirti a distruggere le targhe titolate a chi forse nemmeno conosci e come sentimenti e affinità nono conoscerai mai. E’ durata un solo giorno la targa dedicata ad Agostino Navarro. Ieri sera i soliti celebrolesi l’hanno divelta e vandalizzata. Qui, dove un fine settimana sì e l’altro pure orde barbariche di giovani tamarri infestano la città e del profumo di Agostino e dei giovani come lui (vedi i volontari di ‘a Rezza) non hanno affatto idea, le giornate le passi così. A rompere la memoria senza averla mai conosciuta. E qui non ci sono solo le palazzine, nella città liquida, definita per la cementificazione che sta vivendo la Dubai vesuviana, sono anni che non si pensa a una identità cittadina, a una piazza, a progetti seri per i giovani. Agostino Navarro ci pensava eccome. Quella targa proprio per ricordarne l’impegno. L’ennesimo atto vandalico, per dimostrare che Volla vuol crescere in altezza ma non in dignità. Spero che il sindaco della città, persona sensibile e determinata faccia apporre un altra targa e magari si attivi perché la memoria di Agostino resti viva, come traccia per tanti giovani tamarri rissosi che non solo i fine settimana infestano la città senza piazza e identità trasformata (a pochi metri dalla zona rossa) in un cementificio.

NDR In questo momento diversi cittadini di Volla ci segnalano che la targhetta è stata ritrovata e che a farla cadere non sono stati i vandali ma il vento. Ci scusiamo qualora fosse vera questa versione (figuriamoci se quella zona di Volla sia videosorvegliata) con chi non si sente né vandalo né ramarro. Ma sarebbe il caso che il ricordo di un ragazzo perbene non fosse affidato a tre viti poste su un tubo di ferro. Con tutto il rispetto per la pianta secolare

Paolo Perrotta

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