“Ti presento un libro”: A villa Savonarola la presentazione del libro di Lucio Sandon, il trentottesimo elefante

10985226_10206195732513509_1049791746320002361_nContinua la rassegna culturale “Ti Presento un Libro“, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Portici. Nella giornata di ieri, Martedì 17 Novembre è stato presentato il libro “Il trentottesimo elefante” del veterinario padovano, da anni residente a Portici, Lucio Sandon, al suo terzo lavoro letterario, dopo Animal Garden e Vesuvio Felix.

Alla presentazione hanno preso parte oltre all’autore del libro, che ha riscosso un grande successo di vendite su Amazon, l’Assessore alla Cultura Raffaele Cuorvo (PSI), ideatore del ciclo di eventi, il professore Ciccio Capozzi ed il giornalista de L’Ora Vesuviana, Dario Striano.

L’opera è un intreccio di storie d’amore: l’amore di un astuto e feroce condottiero per  il proprio bambino,  minacciato da una crudele tradizione.  L’amore del moderno protagonista, inconsapevole strumento di una divinità feroce, verso il proprio figlio medico, minacciato da un gruppo di terroristi. L’amore di un bambino per il suo asinello, l’amore di una donna violata verso chi le ha salvato la vita, e poi l’amore più semplice, quello di un uomo per la sua donna.

Tecnicamente non è un romanzo storico. Non è un romanzo d’amore, né un giallo classico né un thriller, tantomeno un noir o un romanzo di avventura. Allora cos’è? E’ un qualcosa di diverso che riassume tutti questi generi che tuttavia rimangono, intatti, all’interno del libro, senza contaminarsi né svilirsi, ma anzi prendendo forza l’uno dall’altro.

Il racconto si articola su diverse scansioni loco-temporali, che vanno man mano  ricongiungendosi nel finale. La prima scansione è nel presente. Il protagonista, che racconta in prima persona è un ufficiale di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Poggioreale, il quale rinviene all’interno di un bidè appena comprato per la sua nuova casa, uno strano oggetto che sembra richiamarlo e che provoca gravi incidenti in tutti coloro che lo maneggiano. La seconda scansione è nel secondo secolo prima di Cristo, e inizia con la vittoria di Annibale nella battaglia di Canne. Lui ritorna indietro con i ricordi per ricostruire i motivi che lo hanno spinto ad  organizzare la spedizione in Italia: si tratta di una promessa fatta ai sacerdoti della crudele dea Tanit, di portare al loro tempio una enorme quantità di oro e gioielli, in cambio della vita del proprio figlio. La terza scansione riguarda il racconto fatto in prima persona, dal figlio di Annibale, Amilcare, che descrive con lo sguardo di un bambino di nove anni, gli avvenimenti di Cartagine e della spedizione con gli elefanti. La quarta scansione è focalizzata sugli avvenimenti che si susseguono in Afghanistan, dove il figlio del protagonista, medico appena laureato, è in missione umanitaria insieme con le truppe dell’esercito italiano: qui lui da potenziale bersaglio di un attentato da parte di integralisti islamici, si trasforma in un eroe inconsapevole. La quinta scansione è focalizzata alcuni anni prima, nel paese natale del protagonista, dove un gruppo di ragazzi violenta, uccide e poi fa sparire, una ragazza di passaggio.

Angelo, il protagonista, si reca nel suo paese natale, nelle montagne del Molise, chiamato da uno dei componenti del suo gruppo di amici d’infanzia, terrorizzato dal fatto che gli altri uomini stanno morendo ad uno ad uno in strani incidenti.

Lui indagando, si salva dall’essere ucciso dall’ultimo amico rimasto, che vuole coprire il suo delitto, ma viene a sua volta ucciso dalla ragazza che avevano violentato, la quale non era morta, ma era impazzita e viveva nei boschi. La donna si è rifugiata in una caverna, che nel 216 a.c. era stata sistemata da Annibale, per nascondervi il tesoro che lui non aveva mai avuto l’intenzione di consegnare ai sacerdoti di Tanit, ma voleva usare per rinforzare il suo esercito e conquistare Roma. Angelo segue la donna, che lo porta nella caverna e gli fa incontrare la dea Tanit in persona. La dea gli impone di prendere le ricchezze che le erano state sottratte da Annibale, e consegnarle ai suoi nuovi sacerdoti, i quali dovranno ricostituire un esercito e rifondare il suo culto. Per dimostrargli la sua potenza, Tanit mostra al protagonista la scena dell’attentato che suo figlio sta per subire in Afghanistan, per mano di un inconsapevole bambino kamikaze, che lei fermerà solo dopo che Angelo le avrà giurato di compiere la sua missione.

Annibale viene punito per suo tentativo di sottrarre il tesoro a Tanit, mediante la morte del figlio Amilcare, ucciso dalle zanne del suo migliore amico, il 38° elefante. Moriranno anche la moglie Himilke e i suoi fratelli e generali Asdrubale e Magone. Il condottiero  perderà anche la nuova e bellissima compagna, e morirà suicida. Il protagonista, che si scoprirà essere il discendente di Annibale, e che troverà l’amore di una bella albergatrice, a sua volta si impadronirà in modo rocambolesco del tesoro di Tanit, ma la vendetta della dea non gli lascerà scampo.

L’idea di fondo è che alcuni uomini, se pur fenomeni di astuzia come Annibale,  si credono più furbo degli dei, ma alla fine devono soccombere di fronte alla potenza dell’essere assoluto.

Le performance di lettura dell’artista Annamaria Ricotta e quelle musicali di Vincenzo Minuto, nell’interpretazione della discografia, hanno impreziosito l’evento e chiuso in bellezza la serata, prima di un assaggio di vino vesuviano prodotto e gentilmente offerto dall’autore. A breve sarà messo in circolazione il nuovo lavoro letterario dell’artista padovano di nascita, ma porticese d’azione, che, stavolta, avrà come unici protagonisti gli animali.

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