Tecnici e professionisti in campo a Cercola per sburocratizzare il vesuviano, vittima di troppi vincoli

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Cercola – Procedure e vincoli in una zona, quella “rossa” del vesuvio, ormai al collasso. “Prodecure e vincoli ostativi al rilancio dell’area vesuviana: proposte dei professionisti dell’area tecnica”, questo il tema dell’interessante e seguitissimo convegno organizzato dalle associazioni Atp Ars Longa di San Sebastiano al Vesuvio, Opus di San Giorgio a Cremano, Porticum di Portici e Vitruvio di Ercolano per coinvolgere sindaci, amministratori e i cittadini dell’hinterland su una tematica importantissima e scottante. In prima fila, molti sindaci e amministratori del vesuviano. “Non sono per la cementificazione – ha detto il sindaco di Massa di Somma Antonio Zeno – ma per la riattazione, specie in zone come Cercola ai confini con Napoli. Sono scettico nei riguardi della giunta regionale incapace di lavorare che pone solo vincoli ad una zona fin troppo vincolata. Nessun sindaco si sognerebbe di favorire l’abusivismo, ma è dovere dei sindaci favorire il rilancio dell’economia, anche di quella legata all’edilizia”. E proprio rispetto ai numeri e alle perdite che il comparto edilizia ha subito negli ultimi anni (in vincoli posti dal 2003 con la legge 21 sulla Zona Rossa hanno avviato il declino di un settore su cui si reggeva gran parte dell’economia locale) è stato interessante l’intervento di Andrea Lanzetta della Uil costruttori e comparto edile. “54mila posti di lavoro in Campania persi nel settore edilizio, 11000 solo a Napoli e provincia non devono lasciarci inermi. Regione e Governo centrale devono darsi una mossa. Il che non significa favorire l’abusivismo, anzi. Significa puntare al rilancio partendo dalle fonti economiche esistenti e abbandonate: turismo e commercio che senza il rilancio edilizio non vanno da nessuna parte”. Rispetto ai vincoli posti dalle leggi e leggine che negli anni si sono susseguite, duro è stato l’intervento dell’assessore all’innovazione del Comune di Ercolano Gioacchino Acampora: “Questa iniziativa – dice Acampora che di mestiere fa l’ingegnere –  è innovativa. La politica nazionale ha posto vincoli che si contrastano a vicenda.  È lo stato che va contro lo Stato. Queste zone non possono essere ricettacolo di vincoli. Quasi anche far figli qui è un problema. . I patti pubblici, la concertazione che parte dal basso devono indirizzarsi verso un’idea di città diversa. Porre vincoli significa scrollarsi di doso le responsabilità. Dobbiamo rigenerarci partendo dalle comunità che non sono solo terra dei fuochi”. Interventi interessanti, tutti decisi alla risoluzione dei problemi, anche se proprio dalle associazioni di categorie arrivano le invettive ai sindaci (non a tutti per carità). “Abbiamo comunicato le nostre proposte ai sindaci – ha detto l’ing. Davino presidente di Ars Longa di San Sebastiano al Vesuvio (tra le organizzatrici del convegno) che a chiacchiere si sono detti favorevoli e nei fatti se ne sono fregati. A San Giorgio a Cremano abbiamo anche un vincolo che vieta di fare lavori sui terrazzi x la manutenzione ordinaria che il neo assessore de martino ha promesso di togliere”. Decisivo e concreto l’intervento di Francesco Pinto sindaco a Pollena Trocchia: “Le questioni sono due: da una parte le procedure che ingessano il lavoro arrecando danni ai cittadini. Basti pensare che gli unici due condoni sono targati 1985 e 1994. È  fuori dal mondo doversi ancora confrontare sulla possibilità di condonare immobili costruiti nell85. Da 2 anni c’è un disegno di legge regionale per far prendere ai comuni iniziative per il condono, ma in Regione Campania è tutto fermo, nonostante a prescindere dai colori c’è un accordo di base tra i sindaci per il rilancio dell’area, partendo proprio da i condoni, strumento utile per rinvigorire anche le casse comunali, asfissiate dai tagli del Governo”.

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