SIAMO IN TRINCEA – I medici di famiglia: “Studi assediati senza alcun sostegno”
“Altro che pronto soccorso, negli studi dei medici di famiglia 200 richieste di assistenza al giorno sono la normalità. Ormai da più di due anni viviamo il nostro Cardarelli quotidiano, ma senza fondi e in assoluta solitudine”. A dirlo Luigi Sparano e Corrado Calamaro della Fimmg, sindacato dei medici di famiglia, lanciando un allarme sulle condizioni della medicina del territorio a fronte del sovraffollamento registrato nei giorni scorsi nel pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli. “Sono immagini che fanno male al cuore, ma fa ancora più male conoscere ciò che non si vede sui giornali o alla televisione – dice Calamaro -. Parlo delle difficoltà che ogni giorno centinaia di medici di medicina generale devono vivere nel tentativo di dare risposta alle migliaia di chiamate, richieste di adempimenti burocratici e visite che arrivano dal territorio. Chi attacca la medicina di famiglia dovrebbe riflettere sul fatto che 200 accessi di pronto soccorso mandano in tilt un ospedale come il Cardarelli, mentre per noi medici di famiglia sono la normalità quotidiana”.
Dalla Fimmg di Napoli si leva dunque un allarme “sulla mancanza di programmazione e di finanziamenti che dovrebbero servire a finanziare la medicina del territorio. Si finanziano tecnologie e strutture ospedaliere – lamenta Sparano – creando un cortocircuito assistenziale che è sotto gli occhi di tutti. Per ogni 100 medici di famiglia sono finanziati sul nostro territorio appena il 15 per cento degli infermieri, e solo il 60 dei medici di medicina generale ha un collaboratore di studio”. A gravare sull’assistenza che la medicina generale può erogare, proseguono gli esponenti della Fimmg, “c’è poi l’assoluta mancanza di sostegno agli studi per implementare la diagnostica e affrontare costi di gestione che con la crisi energetica sono divenuti insostenibili. La medicina di famiglia è divenuta capro espiatorio di una gestione della sanità che è sempre più ragionieristica e sempre meno tarata sui reali bisogni assistenziali. Se si mettessero i medici di medicina generale, scene come quelle del Cardarelli non ci sarebbero”
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.