Sedotti e abbandonati. Le Università attraggono gli Erasmus, ma la città non è all’altezza

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Voglia di…confrontarsi con nuove culture,fare nuove esperienze, abbandonare la routine quotidiana,conoscere altre città,studiare nuove lingue,da questo mix nasce il progetto Erasmus. Non sono tutte ubriacate o feste a tema come magari accade nei campus inglesi o in quelli berlinesi; la vita degli studenti Erasmus napoletani, se da una parte è fatta di slalom tra bancarelle, vicoletti e spesso, purtroppo, scippatori,dall’altro è una vera e propria esperienza sociologica all’interno di una città bellissima e magica.Al tempo stesso misteriosa e spesso pericolosa.Il centro storico dei Decumani, quello che vedi appena sopra via Mezzocannone, dove purtroppo le vecchie librerie sono state sostituite da pizzicagnoli al taglio e sale da gioco con slot machine. Napoli, tutto sommato, è una città che accoglie.Che ti fa sentire a casa, anche pericolosamente. Perchè a Napolinon è immune nessuno allo scippo o alla rapina che può accadere ovunque. La gente del centro storico napoletano, per esempio le ragazze o i ragazzi Erasmus che studiano nei progetti della Federico II, del Suor Orsola Benincasa o dell’Orientale, li chiama “stranieri” ma poi non lesina di aiutarli nei momenti di bisogno o di invitarli la domenica sopra, o sotto se si tratta dei bassi, a mangiare il ragù. Ci sono online community che raccontano le varie esperienze, spesso negative. Perchè Napoli è anche questo e se fa “strano” agli “stranieri” quel modo tutto nostro di aspettare mai fermi l’autobus, il nostro traffico, non fa affatto piacere finir derubato tra l’ Anticaglia e i Tribunali o nella Pignasecca all’uscita della “casa della trippa di Fiorenzano”, o dall’ imbocco dei quartieri dove gli studenti Erasmus si incontrano una volta a settimana per mangiar la pasta e patate di Nennella. E poi ci sono le denunce spesso non ascoltate, perchè magari non conviene a nessuno risolvere il problema delle case fittate agli studenti senza regolare contratti, per cui senza un briciolo di ricevuta che tra l’altro spesso serve a farsi rimborsare le diarie quando le università gemellate lo prevedono. anche l’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli aderisce ai programmi Erasmus. Nel corso degli anni hanno presenziato studenti di varia provenienza, maggior richiesta è pervenuta da studenti spagnoli, seguiti da turchi,tedeschi,austriaci,polacchi e bulgari. Non è mancata,di recente, richiesta dal Nord Europa. Ad intervenire in merito il dott. Piromallo, responsabile dell’ ufficio tecnico Erasmus dell’ Ateneo. Lo stesso Piromallo afferma che ogni anno l’ Ateneo ospita circa 50 studenti per una permanenza di sei mesi. – Napoli, rispetto ad altre città ha una marcia in più, permette di integrarsi facilmente grazie alla continua assistenza didattica e alla presenza di alcune Associazioni (ESN), le quali organizzano gite culturali senza tralasciare il divertimento -, aggiunge Piromallo. Aña, studentessa spagnola di Scienze della Comunicazione, racconta la sua esperienza Erasmus nella città del sole. “Ho scelto Napoli spinta dalla voglia di scoprire se davvero in una città così bella era difficile viverci. A distanza di pochi giorni dal mio arrivo questa città mi ha sorpreso, mi sono sentita sin da subito parte integrante di un luogo a me sconosciuto”. Aña prosegue il suo viaggio raccontando la sua esperienza didattica e le sue divertenti serate nella città partenopea, trascorse tra una pizza e una birra nel suggestivo centro storico. “L’ Erasmus oltre ad essere un motivo di crescita personale e professionale, è anche un arricchimento per lo stesso Ateneo, grazie al confronto con nuove culture”, conclude Giuseppe Piromallo.Nella speranza che si riesca a risolvere anche il problema del fitto selvaggio e che le zone vissute dagli studenti siano magari più controllate, siccome spesso i vigili urbani presidiano le buche in via Marina per intere giornate.

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