Rientra la crisi politica in città, dove nei giorni scorsi il sindaco Salvatore Di Sarno aveva rassegnato le dimissioni poi ritirate

Somma Vesuviana – Rientra la crisi politica in città, dove nei giorni scorsi il sindaco Salvatore Di Sarno aveva rassegnato le dimissioni poi ritirate. Ad un anno esatto dalle ultime elezioni comunali, il Sindaco Di Sarno per dissidi interni alla propria maggioranza, prima ha proceduto all’ azzeramento della giunta, di poi ha rassegnato le proprie dimissioni. La scaturiggine di tale azzeramento politico amministrativo era ed è da ricercare nell’azione di alcuni gruppi consiliari che avevano anteposto le proprie ambizioni politiche al bene della città. Ciò nonostante c’era e c è tuttora la voglia di portare avanti questa consiliatura, ed il Sindaco ha rivolto un accorato appello oltre che alla sua maggioranza anche alle forze politiche di minoranza per poter costituire un governo della città di salute pubblica più stabile e più competente; a sostegno di tale tesi ha invocato anche il concetto di responsabilità politica di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale. La responsabilità politica è quel comportamento corretto che devono assumere i politici o le forze politiche per non ledere il rapporto di fiducia con i cittadini, in buona sostanza i cittadini devono esigerla come presupposto della credibilità della classe politica . “A ben vedere il primo passo compiuto dal Sindaco è stato quello di legittimare il dialogo tra gli avversari politici, nessun futuro politico è possibile se gli avversari non dialogano, o non sono disponibili a capire le ragioni dell’altro, questo non significa condividerne le opinioni né giustificarle né accantonare la critica. Il dialogo politico gode di pessima fama e attira molteplici sospetti, quando poi sfocia in un’intesa non è raro che altre forze politiche si levino a protestare contro il compromesso prescindendo dal merito dell’accordo. Il fatto importante che il Sindaco abbia legittimato la nostra posizione di minoranza, invocando collaborazione e sostegno, toglie spazio al sospetto e ai retroscena e o a discorsi occulti e calunniosi avvenuti all’interno di qualche forza politica. In altre parole toglie spazio allo spettacolo, alla carnevalizzazione della lotta politica. A chi proclama no a qualsiasi apertura politica noi rispondiamo così: non l’assenza di ogni accordo, ma l’accordo stesso è la vera morale della politica. Naturalmente non tutti gli accordi sono buoni, ma è buona una apertura di credito e di controllo politico che porti una soluzione utile per il paese e non solo per il potere dei negoziatori”. Dicono gli esponenti dell’opposizione legati al centro sinistra del dottor Bianco, competitor alle ultime elezioni amministrative con Salvatore Di Sarno per la corsa a Palazzo Torino. L’accordo come nel nostro caso, ovvero quando viene invocata la necessità di lavorare per il bene comune e nell’interesse del paese tra avversari politici è a nostro avviso positivo quando però risponde a due requisiti: 1) raggiungere un risultato utile per la comunità 2) quando può essere difeso davanti all’opinione pubblica. Questi requisiti si avverano quando le classi politiche dirigenti sanno che è loro dovere risolvere i problemi, guardare oltre l’orizzonte delle contingenze e tentare di costruire il futuro del paese

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