Renzi beffa partito e primarie: per le regionali in Campania impone Gennaro Migliore. Nessuno (o quasi) lo vuole

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Il Partito Democratico in Campania sta messo davvero ma le e fa poco o niente per nasconderlo. Se infatti dall’alto è partito l’ordine di eliminare le primarie per il candidato alla Presidenza della Regione Campania, antitesi a Caldoro, Governatore uscente, ne è partito un altro che vorrebbe come candidato “unico” (condiviso da nessuno tranne che dall’esercito renziano) non un democrat di spessore, nè tantomeno un democrat illuminato o un outsider disposto a diventar democrat. No, dall’alto di Renzi è arrivato il nome dell’ex uomo di fiducia di Nichi Vendola in Campania ed esponente di spicco di Sel, partito che fino a ieri gli ha permesso di sedere in Parlamento, prima di abbandonare i compagni per passare coi Democrat. Uno scenario che vede un partito spaccato esattamente a metà in vista del voto delle regionali. Situazione pericolosa. Da un lato il gruppo variegato dei renziani (uniti ai dalemiani) fautori del documento per lanciare Gennaro Migliore in alternativa a De Luca e Cozzolino, dall’altro chi sostiene non giocoforza i due ma lo strumento del voto popolare. Braccio di ferro che non si tramuterà, necessariamente, nell’indizione di un’assemblea in cui il 60 per cento dei delegati (146 su 243) potrebbe decretare, statuto democrat alla mano, il congelamento delle primarie.  Se si pensa a quanto il Premier Renzi abbia fatto delle Primarie il suo cavallo di battaglia, si ha con l’imposizione dall’alto di un nome che non mette d’accordo nessuno (o quasi) il polso della salute del Pd.

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