Rapina da Arancia Meccanica a Cercola: in via Marconi entrano in un’abitazione coi proprietari dentro e mandano all’ospedale il capofamiglia

Cercola – Un’altra rapina. Questa volta proprio da film. Quasi sicuramente un gruppo di stranieri. Si sono introdotti in un appartamento di via Marconi, a ora di cena e incuranti di chi fosse presente in casa, hanno iniziato a rubare, puntando alla cassaforte. Dopo una prima ricostruzione dell’accaduto, facente fede al racconto dei vicini, siamo stati contattati dal diretto interessato, la vittima della rapina che ci ha raccontato come sono andati realmente i fatti. “Stavo seduto sul divano guardando la tv, da solo e dopo aver sentito degli strani rumori nel salone, mi sono alzato e avvicinato alla stanza. Nemmeno il tempo di arrivare che sono stato investito da oggetti che mi venivano lanciati. Sono riuscito ad accendere la luce e ho visto quattro uomini intenti a rubare in casa mia. Per fortuna non c’erano nè mia moglie nè mia figlia. Preso dalla rabbia, anche dall’incoscienza ho affrontato quegli uomini, quasi sicuramente stranieri e nonostante fossi in minoranza numerica sono riuscito a bloccarne qualcuno. Dalle urla sono saliti mio padre e mio fratello e assieme li abbiamo bloccati, per poi chiamare i carabinieri. E’ successo tutto in pochissimo tempo. Dalle scale è salito un altro uomo che con un paletto di ferro ha colpito al volto mio padre. Per soccorrere nostro padre abbiamo bloccato la presa dei rapinatori che in un batter d’occhio sono riusciti a fuggire”. Dalle videocamere di sorveglianza del vicinato si è vista l’autovettura con cui i rapinatori sono entrati in azione: un’Audi A3 grigio chiara, quasi sicuramente con le targhe rubate.

L’ultimo fatto criminale, da vera e propria Arancia Meccanica, però alza l’asticella della tensione nei comuni vesuviani dove aumentano i crimini e diminuiscono le denunce. La gente ha paura, spesso infatti i criminali non vengono assicurati alla giustizia e quando avviene, scarcerati dopo pochi giorni. “Nonostante la burocrazia e i tempi lunghi della legge – ha detto una vittima – abbiamo il dovere morale di denunciare e di aiutare le forze nel mantenere le città sicure. I delinquenti sono di meno delle persone perbene. Se ci uniamo, con l’aiuto delle forze dell’ordine siamo più forti noi”.

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