Portici verso il voto – Il curioso caso di Villa Fernandes. L’onorevole Luisa Bossa: “Io non ho mai assegnato un bene pubblico a trattativa privata”

L’onorevole Luisa Bossa, dopo la presentazione di una interrogazione parlamentare, è intervenuta sul caso Villa Fernandes: l’ex residenza del clan Rea, confiscata alla criminalità organizzata e restituita ai cittadini nel 2015, dopo anni di incuria e degrado, che potrebbe essere coogestita per almeno 10 anni, senza alcun bando pubblico, da un consorzio di associazioni che, in passato, aveva partecipato ad un bando di gara, annullato, non senza polemiche, dal commissario prefettizio Roberto Esposito.

La parlamentare, durante la conferenza stampa di presentazione della lista Movimento per Portici Democratici Progressisti, ha così commentato la delibera n° 18 del 14 Febbraio 2017 ad opera del commissario straordinario con cui il Comune di Portici ha, difatti, accolto la richiesta della Coop. Soc.” SEME DI PACE”, nella qualità di capofila di un raggruppamento di oltre 20 enti del terzo settore, concedendo la partnership dell’ente per la partecipazione al bando, indetto dalla FONDAZIONE CON IL SUD,  “per la valorizzazione dei Beni Confiscati alle mafie 2016“. Bando che, realizzato in collaborazione con l’associazione Peppino Vismara e scaduto il 15 Febbraio scorso, è rivolto ad organizzazioni no-profit di Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Io sono stata un amministratore pubblico – ha detto la parlamentare – e non ho mai assegnato un bene pubblico a trattativa privata o a qualcheduno che mi faceva piacere. Il bene pubblico va assegnato secondo le regole e le regole sono quelle di una gestione trasparente in cui tutti possono entrarci. Poi naturalmente sarà, in questo caso, il commissario o una commissione che dirà “a te si perché hai questi requisiti e a te no“. A me pare che non ci sia stata questa attenzione, dalla carte che ho letto… ecco il motivo della mia interrogazione alla quale risponderemo, se soddisfatti o meno, a seconda della risposta che ci darà il ministro o il sottosegretario. Per l’incontro col prefetto che noi abbiamo chiesto e abbiamo ritenuto utile, secondo me avverrà dopo la risposta all’interrogazione“.

Il curioso caso di Villa Fernandes” continua a far notizia dopo l’interrogazione parlamentare dell’on Bossa: non l’unica interrogazione presentata sulla vicenda. La stessa Cooperativa Seme di Pace, infatti, aveva già partecipato ad un bando relativo all’affidamento del bene, assieme ad altre due associazioni: la Cooperativa Sociale B.C.D Group con sede a San Nicola la Strada (CE); e “l’indigena” Collegamento Campano contro le Camorre per la legalità e la non violenza G.Franciosi Onlus, a cui lo scorso 24 Gennaio è stata, tra l’altro, affidata per 11 anni, prorogabili, la gestione della depandance della stessa Villa Fernandes, già in comodato d’uso da Aprile 2013, con determina dirigenziale 46 firmata dal dirigente al Patrimonio, l’architetto Gaetano Improta.

Bando che, nonostante l’assenza di ricorsi, era stato annullato, con atto determinazione 774, lo scorso mese di Ottobre dal dirigente al welfare, Corrado Auricchio, perchè, per “mero errore, veniva omesso il requisito, stabilito dalla delibera n. 149 del 12 marzo 2016, della certificazione da parte dei concorrenti di aver svolto attività nello specifico campo di intervento per almeno 3 anni sul territorio cittadino”. Tutto ciò aveva scatenato in città una serie di polemiche finite addirittura all’ordine del giorno del parlamento italiano.

I senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino di Sinistra Italiana, infatti, raccogliendo la segnalazione del neonato collettivo locale Portici Città Ribelle, con un’interrogazione parlamentare, avevano ribadito al Ministro Alfano che l’aspetto per il quale era stata annullata la gara era, invece, già presente nel bando che richiamava per intero alla delibera 149 del 12 marzo 2016. “Le offerte delle 3 associazioni partecipanti alla competizione,– si legge nell’interrogazione parlamentare – che ambivano all’assegnazione della struttura per lo svolgimento delle proprie attività sociali, non sono state aperte e sono state restituite ai mittenti, senza che venisse accertato il possesso o meno del requisito oggetto dell’annullamento della gara di affidamento”.

Dario Striano

 

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