“Pop music, media e culture giovanili. Dalla Beat Revolution alla Bit Generation” con postfazione di Luciano Ligabue (Egea) di Lello Savonardo

Il volume “Pop music, media e culture giovanili. Dalla Beat Revolution alla Bit Generation” (Egea)” a partire dalle principali teorie della sociologia della musica, si sofferma sul mutamento sociale, le culture giovanili, i media e la pop music, passando dalla Beat Revolution, che ha caratterizzato i movimenti artistici e culturali dagli anni Cinquanta in poi, alla Bit Generation, immersa nelle tecnologie digitali e nella software culture.

Il premio Nobel per la letteratura, assegnato nel 2016 al cantautore Bob Dylan «per avere creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana», pone l’accento sulla rilevanza che la popular music sta assumendo nella società contemporanea e sottolinea anche quanto i tradizionali confini tra le diverse forme artistiche siano sempre più labili. La pop music è strettamente connessa allo sviluppo dei media, alla cultura di massa, all’universo giovanile e ai suoi linguaggi espressivi. Le nuove generazioni si rivelano portatrici di una spinta rivoluzionaria che esplode alla fine degli anni Sessanta. Una spinta che favorisce l’emergere di una vera e propria cultura giovanile. La musica pop/rock determina nuove tendenze ed è a sua volta influenzata dai fermenti sociali e culturali. Rappresenta la colonna sonora di intere generazioni, accompagnando non solo le diverse forme di intrattenimento ma anche l’impegno sociale, la necessità di appartenenza e l’esigenza di riconoscibilità e di protagonismo dei giovani. Il rock riflette l’universo giovanile, nei suoi riti e miti, oltre a rappresentare un significativo strumento di socializzazione e di aggregazione. La cultura «popular» esprime il terreno su cui si svolgono le trasformazioni. La pop music non è mai immobile ma sempre in movimento.

“..la canzone è emozione in movimento, e quindi doppiamente inafferrabile, perché l’esecuzione dal vivo la rinnova e modifica ogni volta (…) Una canzone è sempre il risultato dell’incontro fra la penna (o il piano o la chitarra) di chi la scrive, la voce di chi la canta e l’orecchio di chi l’ascolta…” (dalla postfazione di Luciano Ligabue).

Lello Savonardo insegna Teorie e Tecniche della comunicazione e Comunicazione e Culture giovanili presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

È coordinatore scientifico del Contamination Lab e dell’Osservatorio Giovani dello stesso Ateneo. È stato Segretario Generale dell’AIS – Associazione Italiana di Sociologia, consulente per la comunicazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Governo Prodi) e consigliere per la comunicazione del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali (Governo Amato).

Coordina il progetto Startup Music Lab (MiBACT – SIAE) e F2 Radio Lab, la webradio dell’Ateneo Federico II di Napoli.

Tra le sue pubblicazioni: Sociologie de la musique. Construction sociale du son des tribus au numérique (Louvain-la-Neuve-Belgique, 2015); Bit Generation. Culture giovanili, creatività e social media (Milano, 2013); Sociologia della Musica. La costruzione sociale del suono, dalle tribù al digitale (Torino, 2010); Figli dell’incertezza. I giovani a Napoli e provincia (Roma, 2007); Cultura senza élite. Il potere simbolico a Napoli nell’era Bassolino (Napoli 2003).

 

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