Pomigliano. Il sindaco Lello Russo risponde a Don Peppino Gambardella: «No ai sacerdoti che fanno politica»

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POMIGLIANO D’ARCO Sono stati ribattezzati i “Don Camillo e Peppone pomiglianesi” a parti invertite: da un lato il sindaco Lello Russo, appoggiato da una maggioranza di centro destra, dall’altro Don Peppino Gambardella, parroco della parrocchia di San Felice, salito agli onori delle cronache con l’appellativo di “prete degli operai”. Oggetto della loro disputa la partecipazione della giunta alla “Festa dell’Infanzia”, organizzata dal parroco in collaborazione con la Caip locale, la principale associazione dei commerciati pomiglianesi, presieduta da Ciro Esposito. Ed è a lui, con una lettera pubblica, che Don Peppino chiede di non far partecipare esponenti della politica: «Non accetto passerelle, – scrive il parroco – chi vuole salutare i ragazzi lo faccia altrove».

Sindaco Russo, come mai avevate deciso di partecipare alla festa per l’Epifania?

«Io e gli altri componenti dell’amministrazione da tempo abbiamo costruito un tesoretto con le nostre indennità, destinato alla beneficenza. Così quando l’associazione dei commerciati ci ha invitato a partecipare a questa iniziativa ci è sembrata l’occasione giusta per elargire un contributo. Non volevamo salire su nessuna passerella, solo fare la nostra parte. Quella di San Felice è una parrocchia strana perché è amministrata da due sacerdoti che fanno più politica che carità cristiana. Credo che mal si addica questo comportamento a uomini di chiesa, per questo voglio lanciare un appello al vescovo di Nola Beniamino Depalma, persona saggia ed equilibrata, perché prenda i giusti provvedimenti. Un sindaco non può avere come controparte la chiesa».

È stato definito “esponente della destra berlusconiana”, è vero?

«No, sono un vecchio “socialista lombardiano”, rimasto tale, che ha chiesto ospitalità al Pdl per mandare all’opposizione chi ha governato per 15 anni. Sono un uomo di sinistra e lo testimonia il fatto che, in questi 4 anni, non ho mai preso decisioni che andassero contro i principi del socialismo universale. Chi oggi dice di essere di sinistra ha commesso nel passato le stesse malefatte che dice di combattere».

Forza Italia o Nuovo Centro Destra?

«Dalla mia casa vedo la sede del partito imbandierata con i simboli di Forza Italia, quindi presumo sia questa la scelta. Io sono solo un gradito ospite e non partecipo a queste decisioni».

Chi sarà il prossimo candidato a sindaco del suo schieramento?

«Oggi ho 74 anni, alla fine di questa legislatura ne avrò quasi 76, quindi mi sembra ovvio passare la mano. Abbiamo una serie di possibilità per sostituirmi, tra cui diversi giovani brillanti e persone più esperte. Dovremmo scegliere bene perché alle prossime elezioni sono convinto che vinceremo al primo turno».

Daniele De Somma

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