POLVERIERA PONTICELLI – La nuova faida di Napoli Est: restano in carcere il boss De Martino e altri 5 del gruppo in contrapposizione ai Bodo
Le bombe, i proiettili, il sangue e la risposta dello Stato. Il gip del Tribunale di Napoli ha disposto il carcere per Francesco De Martino, attuale capo degli XX di Ponticelli, per la moglie Maria Pignatiello, Francesco Pignatiello, Patrizia Di Natale, Pasquale Pignatiello e Fortuna Montagna. La Procura della Repubblica di Napoli guidata da Giovanni Melillo in sostanza ha disposto che i vertici del clan De Martino, dopo un’inchiesta lampo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, restassero in galera.
I provvedimenti sono stati notificati agli indagati, dai carabinieri del reparto operativo di Napoli.
Un pentito in un interrogatorio, risalente allo scorso marzo, spiegava che ciascun gruppo criminale si occupava “di estorsioni ad imprenditori, a soggetti che sul territorio svolgevano attività illecita come, ai contrabbandieri di sigarette, ai mercatini rionali di merce contraffatta e perfino ai soggetti che facevano truffe assicurative e cambi assegni…”. In sostanza tutto quello che si muoveva di illecito a Ponticelli era in mano ai clan che indirettamente vigilavano e riscuotevano dalle varie attività, come il parcheggiatore abusivo che “lavorava” nei pressi dell’Ospedale del Mare e una donna che gestiva una piazza di spaccio, picchiata per costringerla a passare parte dei suoi guadagni a un clan rivale.
Durante le operazioni i carabinieri si sono avvalsi dei vigili del fuoco per abbattere la cancellata di ingresso alla scuola in cui abusivamente abitava De Martino. Particolarmente complicato per i carabinieri e’ stata la notifica del provvedimento. L’area, inoltre, era tenuta sotto controllo da un sistema di telecamere.
Dal 26 settembre 2020 allo scorso 6 ottobre, giorno in cui e’ stato ucciso l’incensurato Carmine D’Onofrio (nella foto sopra), figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa, fratello del capoclan ergastolano Antonio De Luca Bossa, detto “Tonino o’ sicco”, nel quartiere Ponticelli di Napoli si sono susseguiti una decina di agguati, tre dei quali mortali (quelli in cui sono stati uccisi Giulio Fiorentino, Salvatore De Martino e Carmine D’Onofrio) e cinque esplosioni di ordigni (una delle quali nei pressi dall’abitazione di Marco De Micco il leader dei Bodo).
L’urgenza della misure cautelari emesse dalla DDA (dalle pm Simona Rossi e Antonella Fratello) ed eseguite dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, si fondano sul pericolo di fuga ma mirano ad attenuare la pericolosità sociale insita nella competizione armata dei gruppi malavitosi locali determinati ad accaparrarsi la gestione del malaffare nella periferia est del capoluogo partenopeo.
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