Policlinici a rilento,  i pronto soccorso ancora in alto mare: l’intervento dei sindacati a  un anno dal via libera della Regione 

Policlinici universitari: al palo da mesi le intese tra Atenei e Regione per le attività assistenziali. Dopo un anno dall’entrata in vigore della legge regionale di bilancio 2023 che ha dato il via libera all’adozione del modello aziendale unico da parte dei policlinici Federico II e Vanvitelli stabilendo in 120 giorni (4 mesi) il tempo massimo per la stipula dei relativi protocolli d’intesa, tutto è ancora fermo. A lanciare l’allarme è la Cisl Funzione pubblica che avverte: «Settecento posti letto e due dipartimenti di emergenza sono fermi. Non vorremmo che ancora una volta la burocrazia si mettesse di trasverso frenando una norma che il Consiglio regionale della Campania, anche su nostre reiterate sollecitazioni, ha approvato nel 2022. Esprimemmo, e lo ribadiamo, pieno apprezzamento per la scelta fatta dalla Regione e dall’Aula in quanto si tratta di uno strumento che consente di dare una svolta alle attività assistenziali nelle due cittadelle universitarie. Ma ora chiediamo che si proceda subito, per evitare conseguenze gravissime sul sistema sanitario». Così Lorenzo Medici, leader regionale del sindacato che rivolge un appello alla giunta di palazzo Santa Lucia «affinché si chiuda subito una vicenda che si perde nella notte dei tempi visto ci sono voluti 30 anni per trasformare i due Policlinici di Napoli in aziende ospedaliere universitarie in attuazione del decreto legislativo 502 del 1992 e della successiva norma del 1997». «Se non si definiscono i protocolli – ricorda Medici- restano inutilizzabili la metà dei 1400 posti letto in dotazione alle due strutture (858 alla Federico II e 503 alla Vanvitelli) e così i 2 pronto soccorso previsti e già programmati per la parte edilizia e strutturale. A fronte della precarietà in cui versa il settore dell’emergenza e urgenza sono lussi che nessuno si può permettere».

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