Pietrarsa: 151 anni dopo è ancora strage. Crolla il solaio, un operaio muore sul lavoro.

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D’improvviso un forte rumore, seguito da una nube di polvere grigia, e dalle grida strazianti degli operai sotto le macerie: A Pietrarsa, “terra di mezzo” tra i Comuni di Napoli, San Giorgio e Portici, l’ennesima morte sul lavoro.

L’ENNESIMA MORTE BIANCA. Nel primo pomeriggio di ieri, il solaio di copertura di uno stabile di proprietà della stazione delle Ferrovie dello Stato è crollato, causando la morte di Raffaele Di Francesco, 56enne residente a Qualiano, una vita nel settore edile. Sotto il cumulo di lastre di cemento son finiti anche altri 2 operai: zio e nipote di 42 e 46 anni, Giuseppe e Andrea Carosone; entrambi trasportati d’urgenza all’ospedale Loreto Mare di Napoli, e adesso, fuori pericolo, seppur in prognosi riservata. Un terzo operaio è rimasto ferito nel tentativo di prestare i primi soccorsi ai colleghi intrappolati sotto le macerie.

CROLLA IL SOLAIO DURANTE I LAVORI. Stando alle ricostruzioni di alcuni testimoni, durante i lavori di riqualificazione del fabbricato, attraverso il quale si accede al binario 1 della fermata Pietrarsa-San Giorgio a Cremano, e alle scale del sottopassaggio che conducono sia al binario 2 sia al vicino Museo ferroviario, il solaio dello stabile è, forse a causa di una manovra errata, improvvisamente crollato.

I lavori di riqualificazione della stazione  sono di competenza della ditta “Francesco Comune“, società già specializzata in lavori simili per la Rete Ferroviaria Italiana. Rete Ferroviaria interrotta in quel tratto dallo scorso 5 febbraio, a causa del crollo di parte del muro perimetrale di Villa d’Elboeuf, che ha causato la chiusura dell’intera linea costiera delle Ferrovie dello Stato. Lo scorso 16 Giugno, poi, un violento nubifragio, scagliatosi con violenza su Portici, aveva danneggiato parte del sito di Pietrarsa, vietando, di fatto, la manifestazione del Napoli Teatro Festival.

L’INCHIESTA. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo di inchiesta sul crollo. Il cadavere di Raffaele Di Francesco è all’obitorio a disposizione del pm. Sono in corso i rilievi nel fabbricato da parte delle forze dell’ordine. Anche gli ispettori del lavoro stanno compiendo accertamenti sulla regolarità dei contratti degli operai.

Anche RFI ha avviato un’inchiesta sull’incidente. “Durante la demolizione di un solaio di copertura della stazione –  spiega un comunicato – un intervento previsto dal progetto di riqualificazione di cui ha l’appalto un’impresa esterna a Rfi qualificata e certificata, la struttura ha ceduto, rovinando sulla vittima e due suoi colleghi.”

“MANCA LA SICUREZZA SUL LAVORO”. La vittima del crollo, tra l’altro, non risulterebbe iscritta e versante in Cassa Edile, stando a quanto denuncia Ciro Nappo, segretario generale della Fillea Cgil di Napoli. ”La morte di Raffaele Di Francesco – si legge nella nota – si aggiunge alla morte di Salvatore Renna. Questi omicidi indignano l’intera comunità napoletana. Anche il povero Raffaele non risulta iscritto e versante in Cassa Edile. Un altro figlio di questa terra perde la vita perché non si riesce a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ormai è una mattanza, e la fatalità non c’entra nulla; c’entrano invece la precarietà con la quale le imprese allestiscono i cantieri, la omessa vigilanza da parte di chi vi è preposto, la precarietà del lavoro che costringe gli operai a lavorare in condizioni di evidente pericolo”.

151 ANNI DOPO E’ ANCORA MORTE. L’ultima morte bianca in Italia ha del paradossale: un operaio muore sul lavoro proprio nel luogo che meglio rappresenta la conquista dei diritti dei lavoratori nel Sud-Italia. Il 6 Agosto 1863, quattro operai dello stabilimento che produceva locomotive e riparava materiale ferroviario, furono uccisi a colpi di baionette e spari di bersaglieri. I lavoratori lottavano per i propri diritti e per quelli dei restanti 454 colleghi minacciati da licenziamenti e da pagamenti con ritardo. Un Primo Maggio del Sud Italia cancellato da molti libri di storia e dalle cronache della pagine nazionali, che diventa d’attualità dopo l’ennesima strage sul lavoro…

 

Dario Striano

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