Parla Michele Piccolo, l’imprenditore che si è offerto di aiutare la famiglia di Korol

Michele Piccolo
Sant’Anastasia – Michele Piccolo è il proprietario dei “Supermercati Piccolo”, una delle aziende più grandi del vesuviano, che conta 12 supermercati, un punto vendita all’ingrosso e una fabbrica di impacchettamento di zucchero. L’azienda oggi ha circa 500 dipendenti e un fatturato che ruota intorno ai 130 milioni di euro. Il punto vendita di Castello di Cisterna è stato lo scenario della morte di Anatoliy Korol, rimasto ucciso nello sventare una rapina.

Lei è stato da subito molto vicino alla famiglia Korol, perché?
La tragedia è capitata in casa nostra, quindi ne siamo moralmente responsabili. Ci siamo solo impegnati a dare una mano: abbiamo offerto alla signora un posto di lavoro nella nostra azienda e pagheremo le spese per gli studi delle due bambine. Poi, se da laureate, o anche solo da diplomate, decideranno di lavorare nella nostra azienda le accoglieremo con gioia. Fortunatamente le persone per bene non mancano: tanti amici, aziende e istituzioni, come la Confcommercio, hanno offerto il loro aiuto alla famiglia Korol. Non abbiamo fatto nulla di cui vantarci, credo che altri al nostro posto si sarebbero comportati allo stesso modo.

Si può essere imprenditori in questo territorio?
Chiamare imprenditore una persona che lavora 365 giorni l’anno, senza riposo infrasettimanale, è un po’ azzardato. Io mi sento principalmente un lavoratore. Penso che solo un testardo e uno che sa quello che vuole può riuscire a lavorare nel mercato difficile di oggi. Viviamo in un mondo povero, dove nessuno può più pensare di arricchirsi e basta. Mantenere i nostri numeri occupazionali e continuare ad investire è assai impegnativo.

Secondo lei lo Stato tutela l’impresa?
Lo Stato non ce la fa a tutelare tutti. Oggi non si può chiedere nulla oltre le buone leggi, e quelle ci sono. Ad esempio, recentemente, si sono fatti grossi passi in avanti per l’inquadramento del personale. Il vero problema di questo Paese è chi manipola le leggi in modo fraudolento. Io credo che essere onesti sia conveniente, anche da un punto di vista puramente imprenditoriale.

Perché continua a puntare nella provincia di Napoli?
Noi continuiamo ad investire qui perché allargare troppo le nostre attività le renderebbe difficili da gestire. Così facendo contiamo di far crescere il nostro fatturato del 40% nei prossimi anni. Credo possa bastare.

Daniele De Somma

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