Ospedale Apicella, i Giovani Democratici invitano a un fronte comune per i problemi del nosocomio vesuviano

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Pollena Trocchia – Sono ormai passati quasi cinque anni da quando, il 13 Agosto 2011, il pronto soccorso dell’ospedale Cav. Raffaele Apicella e molti suoi reparti furono chiusi, sostituiti da un PSAUT che attivo H24 per 365 giorni all’anno, ma che si limita ad attività di osservazione medica e piccola chirurgia. E’ evidente che, in presenza di un codice rosso, poco si può fare e si è costretti a trasferimenti verso altri presidi, anche territorialmente distanti, come quelli di Torre del Greco o di Nola. “L’ospedale Cav. R.Apicella ha rappresentato per anni un punto di riferimento non solo per Pollena Trocchia ma per tutto l’hinterland vesuviano, potendosi ritenere un fiore all’occhiello della sanità campana – afferma Armando Cunzi, segretario dei Giovani Democratici di Pollena Trocchia, che prosegue – Nonostante oggi vi troviamo degli ottimi medici che, pur privati di mezzi e strumentazione, provano a portare avanti il loro lavoro con passione e dedizione, la struttura sembra oramai destinata a sopravvivere al di sotto delle sue potenzialità, rimanendo centro per la lungo-degenza, riabilitazione e medicina generale post-acuti. Non possiamo ignorare il cambio di passo a trecentosessanta gradi che si è verificato a livello regionale rispetto al precedente governo di centrodestra. Anzi, consapevoli di avere un governo regionale attento alle esigenze dei cittadini e dei territorio speriamo vivamente che questo possa estendersi anche nell’ambito sanitario a noi più vicino. Chiediamo in pratica di evitare l’ennesima sconfitta per la sanità campana: non lasciamo al suo abbandono un presidio ottimale sia per la posizione che occupa, sia per il capitale umano e professionale che possiede”. “Come giovani attivi e attenti al presente del nostro territorio così come al suo futuro – è l’invito di Cunzi – chiediamo a tutte le forze politiche e all’intera società civile fatta di associazioni, sindacati, movimenti e privati cittadini di unirsi in un unico fronte per combattere una battaglia di civiltà. Per noi, per tutti”.

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