Niente festa patronale per la Fiat. La risposta di Lello Russo al vescovo Depalma

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Pomigliano d’arco – “Le celebrazioni per San Felice possono tenersi domenica, stavolta non concordo con il vescovo Depalma. Non si possono fare battaglie sacrosante per il lavoro tutto l’anno e poi tirarsi indietro perché le necessità lavorative coincidono con la festa patronale”. Parole del sindaco Lello Russo diramate pochi minuti fa in risposta alla decisione di Fca, in accordo con i sindacati presenti in fabbrica, di tenere aperto lo stabilimento Gian Battista Vico il 14 gennaio, giorno dedicato a San Felice in Pincis, patrono di Pomigliano d’Arco. Un accordo che è figlio del record di vendite della Panda che nel 2015 hanno registrato un +21% consacrando l’auto prodotta nell’ex Alfasud come il modello più venduto in Italia. Risultati che, insieme alla medaglia d’oro per l’innovazione nel settore auto hanno riportato lo stabilimento Fiat di Pomigliano ai vertici europei per qualità e numero di vendite. Successi che però non hanno riportato al lavoro circa 2mila cassaintegrati dello stabilimento, che continuano a lavorare per lo più a singhiozzo. Un solo modello infatti, anche se ai vertici del mercato, non basta a garantire i volumi occupazionali degli anni d’oro dell’Alfa Romeo quando da Pomigliano partivano modelli di successo come la 149 e la 156 che facevano lavorare a pieno regime entrambe le catene di montaggio dello stabilimento.

“Comprendo i motivi della Fiat – aveva detto il vescovo di Nola Beniamino Depalma – “e non ho l’intenzione di iniziare una battaglia ideologica. Ma è giusto precisare l’importanza del giorno festivo non solo dal punto di vista religioso ma umano e culturale”. Insieme al vescovo hanno espresso il loro dissenso anche il responsabile diocesano della pastorale del lavoro don Aniello Tortora e il parroco di San Felice in Pincis don Peppino Gambardella. Quest’ultimo domani sarà alla conferenza stampa della Fiom che illustrerà, attraverso le parole del segretario provinciale Francesco Percuoco, le azioni e le proposte del sindacato dei metalmeccanici, che si è opposto fin da subito a questa decisione.

Daniele De Somma

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