Maria S. una vesuviana nell’esercito dell’Isis. Oggi si chiama Fatima e combatte in Siria

isis

C’è un’emergenza Islam anche sotto il Vesuvio. E l’emergenza non è legata al credo religioso, bensì al fatto che anche da sotto il Vesuvio sarebbero partiti giovani per arruolarsi negli eserciti dell’Isis e seminare il terrore, nel nome di Allah. Dopo i fatti drammatici che han visto vittima Parigi, il settimanale satirico Charlie Hebdo e un’intera città presa della morsa del terrore, è venuta fuori una storia drammatica, tutta made in Vesuvio. Da Torre del Greco, infatti, sarebbe partita per arruolarsi nell’esercito dell’Isis, Maria S. oggi ventisettenne che ha abbandonato la città corallina per trasferirsi al Nord per amore di un Nord Africano. Con Maria, anche la sorella più grande Marianna e i genitori hanno lasciato il cattolicesimo per aderire all’Islam. Trasferitasi al Nord si sarebbe legata ad un albanese che l’avrebbe arruolata nella colonna dell’Isis in forza in Siria.  Oggi si chiama Fatima e risulta tra le persone che l’intelligence internazionale sta cercando. Il suo ultimo contatto sul territorio nazionale risale a fine settembre 2014, quando si è imbarcata su un aereo di linea partito da Roma per Istanbul. Dalla Turchia si sarebbe poi spostata in Siria per prendere parte alla guerra santa contro l’Occidente scatenata da Al Baghdadi. Sono circa tre mesi che è letteralmente scomparsa dai radar ma è possibile che mantenga i contatti con l’Italia utilizzando i social network e Skype. Che fine ha fatto Maria S.?

“Abbiamo pronta una legge per contrastare meglio i foreign fighter – ha detto proprio ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano in un’intervista di Simone Di Meo su Il Tempo – Intendiamo colpire chi vuole andare a combattere nei teatri di guerra, non solo i reclutatori – ha detto il leader del Nuovo centrodestra – ma vogliamo imporre un maggiore controllo di polizia su queste persone ed agire anche sul web, usato da chi si radicalizza». I problemi di identificazione e le difficoltà investigative e informative però sono enormi perché è assai complicato riuscire a stabilire con certezza chi siano i combattenti import/export. Seguirli passo dopo passo nella regione irachena è impossibile, e non è detto che tutti poi decidano alla fine di arruolarsi nelle divisioni armate che combattono la Cristianità in nome del Profeta.

«In Italia abbiamo censiti 53 foreign fighter: conosciamo la loro identità e sappiamo dove si trovano. Non significa che sono 53 italiani, ma che sono passati dall’Italia in partenza o di ritorno», ha spiegato ancora Alfano. Maria S. potrebbe essere una di questi. Così come lo erano i fratelli Chérif e Said Kouachi, sospettati di aver compiuto la strage nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Anche loro erano stati in Siria.

I commenti sono disabilitati