L’errore di essere “al posto giusto al momento giusto”: l’ultimo saluto a Mariano Bottari, “l’innocente ucciso da bastardi”.

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Portici piange e saluta per l’ultima volta il suo “figlio”, ucciso vilmente e crudelmente da mano criminale: Mariano Bottari, pensionato 75enne, l’innocente che paga “l’errore” di “essere al posto giusto al momento giusto“.

Questa mattina si sono svolti, nella Chiesa del Santissimo Redentore di Via Scalea, i funerali di Mariano Bottari: l’uomo ucciso lo scorso 28 Luglio, da 2 giovani criminali nel tentativo di rapinare un imprenditore del luogo. C’erano proprio tutti questa mattina nell’umile Chiesa di “periferia” del piccolo Comune vesuviano, per porgere l’ultimo saluto al vecchietto, raggiunto da un colpo di pistola al volto, dopo aver fatto la spesa per la moglie disabile.

Intorno all’altare questa mattina c’erano Forze dell’ordine, politici, sacerdoti, associazioni, comitati: “frammenti di umanità,non formali, ne sono convinto– ha detto così il Sacerdote in una lunga, cruda, commovente e dura omeliaper sottolineare l’importanza di quella normalità che nei nostri territori diventa eroicità. Qualcuno direbbe <<E’ normale andare a fare la spesa>>. Ma quando poi dietro quella spesa, c’è un amore per la propria sposa, allora quella spesa ha già un sapore diverso. E quando quella spesa viene da una vita di fatiche, la metti a tavola e la condividi con i tuoi familiari, ha già un sapore diverso. La chiamiamo ancora spesa la busta che aveva in mano Mariano? O è il simbolo di qualcosa di diverso? Ossia decidere da che parte stare. Mariano ci ricorda che la vita è bella, perchè quella busta rappresenta un gesto d’amore per la sua famiglia. Mariano per noi deve essere un promemoria non solo del delitto, ma anche della bellezza della vita normale. Mariano stava dalla parte giusta perché stava al posto giusto: un cittadino, un papà, uno sposo, che va a fare la spesa è al posto giusto. E sta al momento giusto della sua vita, perché sta compiendo l’azione giusta della sua vita. Basta dire che le vittime “stavano al posto al momento sbagliato“. “Al posto sbagliato al momento sbagliato” stanno quei bastardi che intendono togliere la vita. Ci sono persone morte o uccise, come Mariano, che continueranno per sempre a profumare di vita;- ha poi sottolineato il Sacerdote– e poi ci sono tanti vivi che, invece, puzzano di morte… Mariano deve essere simbolo di pace, amore, giustizia. Ciascuno di noi, se vorrà fare sua memoria, deve cambiare vita: nel senso che deve dare di più. Deve essere migliore. Solo così, probabilmente, si potrà avere un mondo migliore, in cui non ci sarà più quella bastarda esigenza di uccidere qualcuno. Promettiamoci davanti questo altare di restare uniti, di andare avanti in nome di Mariano, di Teresa Buonocore e delle vittime della criminalità organizzata: nomi che per sempre profumeranno di vita”.

Un silenzio solenne all’interno e all’esterno della chiesetta ha accompagnato l’intero funerale, interrotto solo dagli applausi per le parole pronunciate dal sacerdote e dai familiari della vittima innocente: “Il mio sogno era di essere accompagnata all’altare di questa Chiesa da mio padre.- ha raccontato la più piccola delle figlie di Mariano- Mai avrei pensato una cosa simile. Mi sembra tutto così irreale: un incubo. Nessuno di noi è immortale, ma sapere che papà è uscito di casa per delle semplici commissioni e non è più tornato, fa vivere il rammarico di vivere in una società malata. Papà non è stata né la prima, e, probabilmente, non sarà neppure l’ultima vittima di questi episodi di violenza. Siamo un popolo impaurito; purtroppo, gli eventi ci portano a vivere nel terrore. Non siamo nè sicuri nè protetti. Eppure ho sempre amato la mia città, l’ho sempre difesa, e da volontaria della Croce Rossa l’ho aiutata nella risoluzione dei piccoli problemi quotidiani. Ma oggi è come se avessi ricevuto una pugnalata proprio dalla mia città. Riposa in pace, papà, te lo meriti!

Un lungo cordoglio ha poi accompagnato la salma per l’intera Via Scalea. Un lungo applauso, accompagnato dal coro “Mariano siamo con te“, lanciato da un gruppo di bambini in testa al corteo, ha sciolto l’ultimo saluto a Mariano. La “Portici onesta”, la “Portici d’onore” piange e saluta il suo “eroe normale”: quel marito premuroso, quel padre amorevole, quel cittadino onesto… “colpevole” di essere al posto giusto al momento giusto.

Dario Striano

 

 

 

 

 

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