La maledizione del progetto SPRAR: Portici accoglie i migranti nell’ex residenza del Boss, ma scoppia la polemica.

 

10474261_10207916049198831_2943557004212760200_nNella dependance della vecchia villa del clan Rea, Villa Fernandes, di recente tornata di proprietà del Comune di Portici, dopo 16 anni di degrado e abbandono, nonostante i vari comodati e sub-comodati d’uso, verranno ospitati i rifugiati e richiedenti asilo politico del progetto Sprar: la notizia ufficializzata dall’Amministrazione comunale nelle scorse settimane, ha scatenato una maxi polemica, ripresa persino dall’emittente nazionale Rete 4 durante il programma “Dalla vostra parte” di Paolo Del Debbio.

Nicholas Esposito, candidato tra le fila de La Destra alle ultime amministrative, in particolare, si è scagliato contro la decisione di accogliere i migranti all’interno dell’ex abitazione della famiglia malavitosa Rea, operante tutt’oggi nei comuni di Volla e Casalnuovo: “Noi protestiamo contro il centro d’accoglienza perché non è possibile che a Portici ci siano famiglie che, a distanza di 35 anni dal terremoto dell’80, abitino ancora nei container. – ha detto in diretta nazionale il giovane porticese – Come sempre gli italiani vengono dopo. La domanda è sempre la stessa: si possono spendere 350 mila euro per gli immigrati quando non ci sono fondi per i terremotati?”.

Un clima teso caratterizzato da urla, offese, persino uno schiaffo (nei confronti di Nicholas Esposito), e cori di protesta da parte degli esponenti di CasaPound, che hanno manifestato con diversi cori il loro dissenso al centro d’accoglienza, ha preceduto le dichiarazioni in diretta tv dell’Assessora alla Legalità del Comune della Reggia, Valentina Maisto: “Villa Fernandes è un bene confiscato alla criminalità organizzata. – ha ribadito l’energica e attivissima Assessora – Questo bene si compone di un corpo centrale e due depandances. Il tutto si pone in antitesi alla Camorra, contro la quale noi combattiamo e ci mettiamo la faccia. Una dependance è già destinata a farmacia sociale, a centro medico per le persone disagiate e a doposcuola per bambini che non se lo possono permettere. Sul corpo centrale si è avviata, da mesi, una consultazione partecipata con la cittadinanza… e la destinazione è stata scelta insieme ai cittadini. Un’altra assemblea ci sarà domenica alle 18. Ad oggi le idee sono: fare cooperative sociali per far capire che nei nostri territorio non è solo la Camorra ad offrire lavoro, ma anche lo Stato: e lo fa nei beni confiscati. Un’altra parte sarà dedicata alle istituzioni e spero di poterci stare io per poter mettere la mia faccia e quella di tutta la Giunta comunale, tutti i giorni , contro la Criminalità organizzar. E ancora: il Forum delle associazioni, quello del Terzo settore per rintracciare fondi europei da investire nel sociale, e radio-web anticamorra. L’ultima dependance è destinata a migranti: i quali, tanto più di altri, soffrono la criminalità organizzata. Questa è la villa che ci mette la faccia contro la Camorra“.

maxresdefaultAnche il consigliere di maggioranza Alessandro Fimiani è intervenuto sulla vicenda, sottolineando gli sforzi che l’Amministrazione Comunale targata Nicola Marrone ha compiuto nel cercare di dare dignità alle condizioni di vita delle 13 famiglie che abitano nei container di via Scalea, e la difficoltà ereditate e dovute alla lentezza della burocrazia e ai tempi della giustizia: “Questa attuale è stata l’unica amministrazione ad aver dato delle risposte concrete alle famiglie terremotate che vivono nei container di Via Scalea. Piccole risposte, me ne rendo conto, ma le uniche che avremmo potuto dare. Dopo 34 anni di degrado e abbandono, lo scorso anno, abbiamo provveduto all’abbattimento di alberi pericolanti, alla rimozione dei tetti in lamiera ed eternit dai container e alla rimozione, in corso, dei prefabbricati di Via Dalbono, dove sorgeranno 2 palazzine di edilizia residenziale che ospiteranno, a breve, i nuclei familiari di Via Scalea. I tempi della giustizia e la lentezza della burocrazia ci hanno impedito di trovare un’immediata soluzione al problema. Infatti, solo la recente sentenza della V Sezione del Consiglio di Stato ha sbloccato un annoso contenzioso e messo in condizioni il Comune di aggiudicare l’appalto dei lavori di progettazione esecutiva, bloccato nel 2011. Stiamo cercando dunque di ridare dignità a queste famiglie, in un progetto complessivo volto a riqualificare quella che è erroneamente considerata la periferia della città. Ribadisco che questa è un’Amministrazione attenta alle problematiche degli italiani e soprattutto a quelle degli italiani in difficoltà. Se fosse dipeso da noi avremmo già sistemato le famiglie in alloggi dignitosi”.

 

 

 

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