Il giudice che la camorra voleva morto col bazooka, Vincenzo D’Onofrio nominato sostituto Procuratore generale presso il Tribunale di Napoli

Era finito nel mirino di tutto l’arco costituzionale della camorra che fino al secondo scorso ha dettato legge anche con le alte mafie, vendendo all’ingrosso e al dettaglio la droga proveniente da tutto il mondo e disponendo di veri e propri eserciti che riuscivano a contare anche mille affiliati diretti. Vincenzo D’Onofrio è l’uomo che a capo di un pool di magistrati e agenti di polizia e carabinieri ha messo in ginocchio clan del calibro dei Sarno, dei Misso e di tutti quei legami che da Napoli centro e hinterland intessevano le reti con la malavita di mezza Itaiia e Europa.

Vincenzo D’Onofrio da pochi giorni ha lasciato la Procura di Avellino. Il magistrato, dopo nove anni trascorsi in Piazzale De Marsico ad Avellino dove ha ricoperto anche la funzione di sostituto procuratore, andrà a ricoprire quella di sostituto Procuratore generale presso il Tribunale di Napoli. D’Onofrio si è prevalentemente occupato di indagini e inchieste sulla criminalità economica e organizzata

Nel 2011 il collaboratore di giustizia, Pasquale Di Fiore, rivelò il piano studiato dal boss di Acerra, Giuseppe Di Iorio, detto «Peppe ‘o killer», per eliminare il magistrato. L’attentato prevedeva l’utilizzo di un bazooka.

Dentro la Procura Napoletana è chiaro il disegno di Nicola Gratteri: (nella foto sopra) la criminalità organizzata e non va stanata. Il capo della procura non è uno che ci gira intorno. E con l’ingresso del giudice D’Onofrio alla Procura Napoletana (per lui un ritorno) la squadra della legalità diventa ancora più forte.

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