I professori del Serao rispondono al sindaco Lello Russo sul caso di Mara: “La nostra scuola prima nell’accoglienza delle persone con disabilità”

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Pomigliano d’Arco – Non ci stanno ad essere definiti intolleranti o sentirsi dire che non sono solidali con le persone con disabilità. In una lettera aperta i docenti del liceo delle scienze umane Matilde Serao rispondono al sindaco Lello Russo che, in alcuni suoi interventi su alcuni organi di stampa, aveva polemizzato con il corpo docenti della scuola, perchè, inizialmente la preside dell’istituto aveva rifiutato il trasferimento di Mara, la ragazza cieca di Casalnuovo, che ha colpito tutti per la sua volontà di voler a tutti i costi frequentare una scuola della città. Oggi Mara può frequentare il liceo psicopedagogico della succursale dell’istituto in via Principe di Piemonte grazie all’impegno del sindaco e dell’assessore alle Politiche Sociali Mattia De Cicco, che le hanno messo a disposizione l’assistenza materiale. La ragazza però è ancora in attesa di un insegnante di sostegno qualificato per il suo problema. Di seguito pubblichiamo la lettera in forma integrale:

Al sindaco di Pomigliano d’Arco Raffaele Russo:

Abbiamo appreso con piacere dai quotidiani che per la prima volta ,dopo più di cinque anni di amministrazione,il Sindaco si è interessato alla nostra scuola.Abbiamo anche appreso che lo ha fatto, in verità, senza conoscere i fatti e senza chiederci come si sono svolti.
Sicuramente c’è stata un’incomprensione tra la nostra dirigente e la madre della piccola Mara che si sarebbe comunque risolta e chiarita nel giro di poco tempo.
Sicuramente il nostro sindaco non ci conosce,e allora noi ci vogliamo presentare,e ci presentiamo anche ai tanti che,senza cognizione di causa,comodamente seduti nelle loro casa,sono intervenuti per puntare il dito accusatore.
La nostra scuola è quella scuola che accoglie il più alto numero di alunni diversamente abili rispetto a tutte le altre scuole superiori  del territorio,e questo già ci presenta e ci qualifica adeguatamente… noi però vogliamo dire chi siamo e cosa facciamo …
Siamo quegli uomini e quelle donne che quotidianamente,con impegno,con umiltà,senza posizionarsi sotto la luce dei riflettori, lottano al fianco dei loro giovani studenti, di TUTTI indistintamente, e reinventano ogni giorno il loro ruolo, tra mille difficoltà,portando avanti un’azione morale che è fatta soprattutto di pratica e di esempi.
Il primo valore che inculchiamo nei nostri studenti ed al quale facciamo riferimento sempre  è proprio quello della solidarietà, spesso oscurato, nei giorni nostri, da modelli di vita troppo competitivi.
Da anni lavoriamo,in silenzio,insieme ai nostri studenti ed a tutto il personale,per la tutela delle persone meno fortunate di noi, sacrificando il nostro tempo, e spesso le nostre famiglie, anche al di fuori delle aule scolastiche, prova ne è il nostro costante ed  antico rapporto con le case-famiglia, le associazioni di volontariato, le mense per i poveri, le case di cura per anziani, il supporto ad organizzazioni che vanno oltre il territorio nazionale.
Siamo quegli uomini e quelle donne che seguono i loro studenti,tutti indistintamente,ma con maggior attenzione quelli in difficoltà,anche dopo che hanno completato il loro percorso di studi nel nostro Istituto, come fa chi nel proprio lavoro ci mette il cuore e la passione, oltre che la competenza e la professionalità, consapevoli che la solidarietà è un valore socioale inestimabile che va ripensata come cambiamento globale di un sistema che, senza di essa, sarebbe ben lontano dalla tutela dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani.
Nel nostro agire quotidiano regna sovrana l’idea che ogni essere umano ha la propria dignità e che il rispetto ed il riconoscimento di tale dignità ci debba portare ad una visione chiara ed etica della sacralità della vita e dei beni comuni.
Il nostro Istituto,intitolato ad una donna, forma da più di 70 anni generazioni di giovani donne che hanno dedicato la loro vita all’istruzione formando, a loro volta,generazioni di giovani, educandoli a questi valori, non certo a quelli dell’ISIS, al quale (e ci chiediamo ancora il perchè), siamo stati paragonati.

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