Giancarlo Siani, 30 anni fa l’articolo che decretò la sua condanna a morte, oggi le celebrazioni al Pan

giancarlo siani

Trent’anni fa esatti, la pubblicazione sulle pagine del Mattino dell’articolo che molto probabilmente costò la condanna a morte da parte della camorra del giornalista Giancarlo Siani. Era il 10 giugno 1985 quando Siani parlò dei possibili scenari criminali campani in seguito all’arresto del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta. Se n’è parlato oggi al Pan di via De Mille durante il corso di formazione “In viaggio con la Mehari di Giancarlo Siani”, promosso dall’Ordine dei Giornalisti della Campania e dalla Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati. L’iniziativa rientrava nell’ambito del Protocollo di Intesa sottoscritto dai due enti promotori nel novembre del 2012, che annovera, tra i punti qualificanti, la sensibilizzazione a mezzo stampa alla cultura della legalità, a partire dai temi delle vittime di criminalità e dei beni confiscati alla camorra, e il monitoraggio della grave piaga dei cronisti minacciati, in collaborazione con l’osservatorio “Ossigeno per l’Informazione”. L’incontro si è tenuto in una data non casuale, in quanto oggi 10 giugno ricorre il trentennale della pubblicazione sul quotidiano “Il Mattino” dell’articolo che costò la vita a Giancarlo Siani, ucciso il 23 settembre 1985 dai sicari del clan Nuvoletta. Il corso di formazione ha rappresentato, pertanto, il primo di una lunga serie di attività celebrative del 30° anniversario dell’uccisione di Siani e l’occasione per fare il punto sui delicati temi delle vittime innocenti della criminalità e della libertà di stampa, sia sul versante della tutela giuridica che su quello della comunicazione. I lavori sono stati introdotti dal presidente dell’Ordine Ottavio Lucarelli. Sono intervenuti la cronista de “Il Mattino” Daniela Limoncelli, il vicepresidente della Fondazione Polis e vicario episcopale per la Carità e la Pastorale Sociale della Diocesi di Napoli don Tonino Palmese, il segretario generale e il responsabile della comunicazione della stessa Fondazione, rispettivamente Enrico Tedesco e Salvatore Buglione. Ha moderato il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Polis Geppino Fiorenza.

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