DOPO LA MORTE DI ANTONIO NOGARA – Dolore e rabbia degli amici sui social. “Ci servono soldi non condoglianze e terapie intensive per le aziende”. La rabbia di Salvatore, amico dell’imprenditore suicida a Barra

Antonio Nagara imprenditore di 57 anni di Cercola  si è tolto la vita due notti fa, impiccandosi nella sua ditta di allestimenti di uffici, tra Barra e San Giovanni a Teduccio. L’uomo martedì sera non è rientrato a casa, i familiari hanno dato l’allarme e le forze dell’ordine ne hanno scoperto il cadavere. Sembra che l’imprenditore abbia lasciato anche una lettera d’addio. Antonio era una persona stimata e perbene, amato da tutti, non solo nella comunità cercolese dove spesso aiutava anche i bisognosi. Pare abbia lasciato un messaggio alla famiglia, in cui chiedeva alla moglie di “pagare fornitori e dipendenti”. Un capitano di lungo corso Antonio che aveva commesse importanti in tutta Italia, non solo nell’hinterland vesuviano e napoletano. Marco Scala ha la sua attività avicola di fronte a quella di arredi per negozi dell’imprenditore di Cercola. “Non ci posso credere – spiega l’uomo alla giornalista dell’ANSA – era un combattente, sempre positivo, era lui a darmi coraggio. Anche in questi giorni duri per tutti mi diceva vedrai che supereremo anche questa. Davvero nulla faceva presagire un gesto del genere. Aveva riaperto come tanti lunedì scorso, sembrava il solito”. “Sette anni fa – riferisce l’amico commerciante – riuscì a sconfiggere il tumore. Ho superato quello – mi aveva detto – supererò anche questa”.

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Dolore sì ma soprattutto tanta rabbia sui social da parte degli amici di Antonio. Salvatore Guadagni, noto imprenditore della ristorazione vesuviana affida il suo sfogo ad un video su Facebook. “Non è mio stile strumentalizzare le situazioni, specie con un amico fraterno, ma è l’ennesimo grido di allarme al Governo. Gli imprenditori e le aziende sono stati lasciati soli. Il Presidente ha chiesto un atto d’amore alle banche che sono da sempre i peggiori partner per le aziende. Ad oggi non hanno erogato un centesimo per sostenere le aziende. Il premier ci aveva promesso 400 miliardi. Non abbiamo visto un euro. Vanno bene le condoglianze, ma servono aiuti concreti. Al Governo chiedo dove vogliamo arrivare? Prima i morti per Coronavirus poi quelli per debiti e problemi economici. Anche al Governatore De Luca chiedo un aiuto: fare presto, fate presto. Ci vogliono le terapie intensive per le aziende, altrimenti si conteranno altri morti”.

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