“Dimane torna o sole”. Il nuovo album dei Foja in giro per l’Italia

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Sabato 11 gennaio tutta la “foja” del centro storico di Napoli si è riversata in massa a Galleria 19 (c’è chi ancora lo chiama Rising South) e la fila per accedere al noto locale di via San Sebastiano, era di quelle che farebbero impallidire persino i più tenaci. L’evento? Il concerto, il primo del nuovo tour, del gruppo napoletano che dalla suddetta “foga, vitalità” non solo ha preso il nome, ma ne ha fatto un vero e proprio manifesto: si tratta del cantautore Dario Sansone e la sua band (Ennio Frongillo, chitarra; Giovanni Schiattarella, batteria; Giuliano Falcone, basso). E’ dallo scorso novembre, infatti, che i Foja promuovono, in giro per l’Italia, il loro nuovo album “Dimane torna ‘o sole”, seguito a quello d’esordio “’Na storia nova” del 2011: un disco che vanta ospiti importanti (tra gli altri, Francesco Di Bella dei 24 Grana e Maurizio Capone dei BungtBangt) e che con le sue tredici tracce ripropone l’equazione, ormai ampiamente condivisa, tra napoletanità e un desiderio famelico di riscatto, che inevitabilmente si traduce in illimitata speranza. Oltre 350 live tra Italia ed Europa e più di 500.000 visualizzazioni per la canzone “‘O Sciore e ‘O Viento” (tratta dall’album precedente) confermano una popolarità che, nel mercato musicale dell’ “usa e getta” di oggi, è tutt’altro che scontata. E gli ingredienti giusti per un successo duraturo e radicato ci sono tutti, non ultimo la fortunata collaborazione (iniziata già nel 2011 per il lancio del primo singolo di cui sopra) con il regista napoletano Alessandro Rak: un sodalizio che, con il brano dal titolo “’A Malìa”, ha permesso loro di partecipare alla colonna sonora dell’acclamato film d’animazione, “L’arte della felicità”. Firma, quella del fumettista rivelazione del 2013, che compare nuovamente per la direzione del video del secondo singolo “Donna Maria”, contenuto nell’ultimo album e presentato alla conferenza stampa dello scorso 20 gennaio al cinema Modernissimo. Insomma, della Neapolitan Power (con i suoi precedenti illustri tra cui Pino Daniele, James Senese ed Enzo Avitabile) pare si propongano come i nuovi rappresentanti: il loro approccio folk-rock alla tradizione napoletana, con qualche irruzione country-blues qua e là, non è affatto immune dal vizio tutto italico di scopiazzare all’occorrenza dalla musica d’oltreoceano; eppure, quello dei Foja è un prodotto artistico vincente proprio per la sua irriducibile eterogeneità. Da più parti, il nuovo disco “Dimane Torna ‘O Sole” è stato salutato come l’album della maturità. Quali sono, dunque, le differenze più significative con quello d’esordio? “Sicuramente il tanto suonare assieme durante il tour di ”Na storia nova’ ha inciso sulla nostra pasta sonora e l’esperienza accumulata si è espressa in questo nuovo lavoro. Inoltre, la collaborazione con tanti colleghi musicisti, in primis con Claudio Domestico Gnut nella co-produzione artistica del disco, ha contribuito a miscelare esperienza e suoni. Crediamo fortemente che questo disco in qualche maniera metta il sole nella nostra musica, e ciò lo differenzia ulteriormente dal lavoro d’esordio.” Com’è stato invece collaborare con un artista come Alessandro Rak e lavorare alla colonna sonora di un film? “Con lui c’è innanzitutto un legame umano che dura da anni, e fondamentalmente il suo e il nostro lavoro partono dagli stessi valori di sincerità artistica. Lavorare a “L’Arte della Felicità” è stata una cosa molto naturale per noi: abbiamo donato una canzone che aveva lo stesso sapore della scena del film in cui poi è stata inserita.” L’attuale tour, come i precedenti, vi sta portando a girare l’Italia in lungo e in largo. Come viene accolta nel resto dello stivale una musica come la vostra, intrisa di napoletanità sia nel linguaggio che nei contenuti? “Siamo convinti che la musica sia musica in qualunque codice. Se il messaggio è espresso con amore, convinzione e sincerità, sicuramente qualcosa si lascia all’ascoltatore. L’accoglienza nei nostri confronti è sempre calorosa ed autentica, e siamo fieri di essere portatori di una sana napoletanità”.

Chiara Ricci

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