DECIMATO IL CLAN DI SALVATORE CUTOLO – 11 arresti per droga: c’è anche la moglie del boss della 44

 

Blitz contro il clan di Salvatore Cutolo, tra i più attivi nell’area Ovest di Napoli. I carabinieri, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip partenopeo, hanno proceduto all’arresto di 11 persone (9 in carcere e 2 ai domiciliari) e alla notifica dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di un indagato. I 12 rispondono a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, di tentato omicidio e di porto abusivo di armi.

Reati commessi al fine di agevolare gli scopi criminali del gruppo camorristico radicato nel Rione Traiano.  Il provvedimento cautelare e’ frutto di una complessa attività di indagine nell’ambito di una strategia di contrasto ai gruppi camorristici operanti nell’area flegrea, sotto l’influenza dello storico cartello della criminalità organizzata noto come Alleanza di Secondigliano. La cosca presa di mira dal blitz degli inquirenti aveva a capo Gennaro Carra, il genero del boss e oggi Vincenzo Cutolo (figlio di Salvatore il boss in carcere e di Giuseppina Ostinato) e Francesco Pietroluongo, che ha la sua forza nel traffico di stupefacenti e nelle estorsioni, con una cassa comune funzionale anche al mantenimento degli affiliati detenuti e dei loro familiari.

Ricostruito il sistema di approvvigionamento e smistamento di sostanze stupefacente che, attraverso la gestione delle piazze di spaccio nel Rione Traiano, permette di commercializzare al dettaglio ingenti quantitativi di cocaina, marijuana hashish. Tra gli agguati analizzati dai pm, il tentativo di uccidere Francesco Minichini, affiliato di spicco del clan rivale di Giuseppe Marfella, nell’ambito della contrapposizione armata tra le due organizzazioni camorristiche per il controllo delle attivita’ illecite nel Rione Traiano.
Arrestato anche Giuseppe Mazzararro, elemento di vertice del gruppo camorristico Sorianiello, fornitore di droga, la moglie del boss Salvatore Cutolo, e Antonio Calone, detto Tonino di Posillipo, affiliato con ruolo apicale pur conservando il controllo criminale del quartiere di Posillipo.

Contemporaneamente al blitz anticamorra, che ha assestato un duro colpo alla criminalità organizzata del Rione Traiano, carabinieri, Polizia Municipale e la Polizia di Stato rimuoveranno dalla zona due altarini ritenuti simboli della presenza dei clan nella zona: verranno infatti rimossi un altarino e disegno su tavola che si trovano in via Catone, opere dedicate a Fortunato Sorianello, deceduto il 13 febbraio 2014 in un agguato di stampo camorristico. Soraniello venne assassinato a colpi di pistola in un salone da barbiere, davanti a un nutrito gruppo di persone. Quella morte tornò alla ribalta delle cronache nel maggio del 2017, quando, per i festeggiamenti della Madonna dell’Arco nel rione Traiano, la processione religiosa fece un “inchino” davanti alla casa dell’uomo del clan ucciso. Le forze dell’ordine rimuoveranno anche un altarino che è stato allestito in via Palazziello, dedicato a Pasquale Vigilia, morto il 18 dicembre 2012, anche lui in un agguato camorristico. Pasquale, figlio di Alfredo Vigilia, ritenuto elemento di spicco del clan camorristico Grimaldi, venne ucciso da due killer che gli spararono alcuni colpi di pistola alla testa, in un centro scommesse a Soccavo. Infine verrà cancellato un murales che si trova in via Nicola e Tullio Porcelli, dedicato a Renato Di Giovanni, anche lui ucciso, il 27 gennaio 2017, in un agguato camorristico: Di Giovanni, aveva precedenti per droga ed era figlio di un capo ultrà. I killer lo uccisero con sei colpi di pistola in un raid scattato tra la folla dello shopping, in via Epomeo, principale via del quartiere Soccavo.

 

 

 

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