Ciro non ce la fa, dopo 50 giorni di agonia muore. La famiglia: “Basta violenza”
Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia, è morto alle prime ore di questa mattina nel reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli, dove era ricoverato. Le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate ieri, dopo svariati interventi chirurgici che avevano fatto sperare in un miglioramento. Cosciente quasi fino all’ultimo, era entrato in coma irreversibile. Esposito è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, ha precisato Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, che ha anche espresso, nome di tutto il reparto “profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.Con la morte di Ciro Esposito cambia, aggravandosi, la posizione di Daniele de Santis, l’uomo detenuto a Regina Coeli in quanto ritenuto colui che sparò al gruppo di supporters napoletani. Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all’ex ultrà romanista. Sarà effettuata al Policlinico Umberto I di Roma l’autopsia sul corpo di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto stamani. Lo ha reso noto uno dei legali della famiglia, Damiano De Rosa. Alle 14 in Procura a Roma sarà conferito l’incarico per l’esame autoptico al professor Costantino Cialella. La famiglia Esposito ha nominato come perito di parte Giuseppe Cenname. Il corpo di Ciro Esposito sarà quindi trasferito dal Policlinico Gemelli all’Istituto di Medicina legale dell’Umberto I di Roma.
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