Carabinieri forestali: “In Campania più reati per bracconaggio e gestione rifiuti”

Sono esattamente 71.835 i controlli (più del 14 per cento rispetto al 2017 e più del 26 per cento rispetto al 2016) effettuati nel 2018 dai Carabinieri Forestali in Campania. Ben 3.049 gli illeciti amministrativi contestati (45 per cento in più rispetto al 2017 e 102 rispetto al 2016) per un importo di 3.715.869,75 euro. Ancora, 2.456 (più del 21 per cento rispetto al 2016) le notizie di reato segnalate all’Autorità giudiziaria, con 834 sequestri e 15 arresti (più del 50 per cento rispetto al 2017 e più del 67 rispetto al 2016).

Questo il resoconto complessivo, con dati in sensibile aumento, delle attività svolte nel 2018 dai 447 militari in forza ai Gruppi Carabinieri Forestali delle 5 province campane, dai reparti carabinieri “Parco del Vesuvio” e “Parco del Cilento e Vallo di Diano e degli Alburni” e dal reparto carabinieri “Biodiversità” di Caserta. Gli incrementi dei risultati operativi più significativi riguardano il contrasto al bracconaggio di avifauna e quello allo smaltimento illecito dei rifiuti.

ANTIBRACCONAGGIO
Particolarmente attiva l’azione di contrasto dei due Nuclei carabinieri Cites di Napoli e Salerno e dei gruppi Carabinieri Forestali operanti su zone umide e su aree di passo dell’avifauna migratoria, cui hanno collaborato volontari di Wwf e Lipu. Significativi i risultati nel territorio tra le province di Napoli e Caserta in cui, oltre ai Gruppi Carabinieri Forestale competenti, opera il Coordinamento Operativo Locale Permanente Antibracconaggio (C.o.l.p.a.) discendente dal “Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”. Il “Colpa”, coordinato dal Nucleo Cites di Napoli, rappresenta una forma di sinergia tra i corpi di vigilanza che operano in una zona definita black-spot “Coste Pontino Campane”, intesa come uno dei 7 luoghi sul territorio nazionale in cui il fenomeno del bracconaggio di avifauna risulta particolarmente intenso. Si pensi che in un’unica azione di polizia giudiziaria sono stati sequestrati oltre 1500 esemplari di avifauna selvatica, illegalmente catturati da soggetti dediti stabilmente al bracconaggio e destinati alla vendita per finalità alimentari nel Nord Italia.

Molti gli strumenti sequestrati per la caccia illegale all’avifauna: si tratta di dispositivi elettromagnetici che diffondevano il verso degli uccelli, richiami, stampi di plastica che riproducevano le sembianze dei volatili e che venivano disposti in zone in cui erano state piazzate trappole e reti e disseminato cibo. Il tutto per attirare esemplari di avifauna e catturarli per finalità ornamentali, commerciali e alimentari. Il contrasto al bracconaggio ha condotto all’inoltro all’AG di 251 notizie di reato (più 60 per cento rispetto al 2017 e più del doppio rispetto all’anno 2016, più 113) nonché alla contestazione di 580 illeciti amministrativi (più 148 per cento rispetto al 2017 e più del triplo rispetto al 2016, più 317), al sequestro di più di 4800 esemplari, in moltissimi casi subito liberati nell’ambiente naturale, di 39 armi da fuoco, 18 reti da uccellagione, 61 richiami acustici, ed oltre 1000 cartucce.

GESTIONE ILLECITA DI RIFUTI E DISCARICHE
Il contrasto agli abbandoni, alle discariche e alla gestione illecita di rifiuti ha prodotto 626 notizie di reato (più 46 per cento rispetto al 2017 e più del doppio rispetto al 2016, più 161 per cento) nonché alla contestazione di 536 illeciti (più 30 per cento rispetto al 2017 e più 165 per cento rispetto al 2016). Delineato in modo sempre più netto il perchè dei fenomeni legati allo smaltimento illecito di rifiuti, che appaiono sempre più connessi all’evasione fiscale.
Lo smaltimento illecito, spesso tramite combustione dei residui di lavorazione o di prodotti derivanti dal commercio, si profila come una pratica posta in atto dagli evasori “fiscali/ambientali” che per eliminare le tracce di una produzione non dichiarata al fisco si servono di individui estranei all’azienda a cui consegnano i rifiuti per lo smaltimento illecito sul territorio. Da segnalare l’accertamento, nell’hinterland napoletano e nolano, di decine di illeciti nei trasporti e nella gestione di rifiuti che hanno riguardato attività del settore edile, quelle dedite a riparazioni meccaniche, autocarrozzerie, produzione di calzature e di infissi, risultate operare talvolta senza alcuna autorizzazione. Numerosi illeciti hanno riguardato la gestione di siti di trattamento e stoccaggio di rifiuti del casertano e numerose aziende zootecniche, sia in provincia di Caserta che di Salerno, che smaltivano i reflui bruti direttamente sul suolo o nelle acque superficiali ovvero in difformità alla disciplina regionale sull’utilizzazione agronomica degli stessi.

Tre gli arresti in flagranza per combustione illecita di rifiuti (San Tammaro, Palma Campania), la fattispecie delittuosa introdotta nel 2014 per contrastare il fenomeno dei roghi tossici. Le tre persone arrestate, che nel Comune di Afragola smaltivano nell’ambiente parti d’auto provenienti dal recupero di parti meccaniche da auto rubate, costituiscono un esempio delle gravi conseguenze che le attività criminali possono cagionare all’ambiente e alla salute della collettività.

Ai due settori delineati si aggiungono le numerose attività di controllo effettuate dai CC Forestali negli ambiti assegnati all’Arma dal D.lgs. 177/2016. Ben 750 sono state le notizie di reato inoltrate nel settore della “Tutela del territorio”, con incremento del 30 per cento rispetto al 2017 e più 38 rispetto al 2016, 905 gli illeciti amministrativi contestati, in linea con il dato 2017 e con un incremento del 27 per cento rispetto al 2016. 31 le contestazioni per lavoro irregolare.

In tale ambito, fulcro dell’attività d’istituto delle 62 Stazioni Carabinieri Forestali e delle 26 Stazioni Carabinieri Parco, rientrano gli accertamenti su movimenti di terra in danno all’assetto idrogeologico, utilizzazioni boschive non autorizzate o furtive, cave non autorizzate, prelievi abusivi d’acqua, furti di ghiaia, derivazioni abusive d’acqua, con l’obiettivo di prevenire il degrado dell’ambiente e assicurare la tutela del patrimonio forestale regionale, dell’assetto idrogeologico e la conservazione delle risorse naturalistiche.

Le attività di verifica sono svolte anche secondo programmi concordati con le competenti Direzioni amministrative della Regione Campania in forza della consolidata convenzione che ne disciplina la collaborazione e sulla base di piani operativi condivisi nei Parchi nazionali.
Da segnalare l’operazione “Bosco sicuro”: una settimana di controlli svolti a fine ottobre che ha consentito in controllo sistematico dei cantieri forestali con decine di irregolarità accertate per tagli non autorizzati, alterazioni del territorio e violazioni alle prescrizioni di polizia forestale.

L’impegno nel contrasto agli “Inquinamenti” del suolo e delle acque ha prodotto 85 (+15% rispetto al 2017 e 2016) notizie di reato e 114 illeciti amministrativi perseguiti (più 115 per cento rispetto al 2017 e più 185 rispetto al 2016): da segnalare i controlli sistematici svolti sugli scarichi nei fiumi Calore e Sabato, disposti dalla Procura della Repubblica di Benevento, con il sequestro di 6 depuratori, e sul fiume Tusciano, affluente del Sele, e sullo sversamento nei fiumi Volturno e Sele di reflui zootecnici.

774 sono stati i quintali di prodotti agroalimentari posti sotto sequestro con un importo notificato di 580.928 euro con incremento del 60 per cento rispetto al 2017. Gli illeciti vanno dalla mancata rintracciabilità alla tutela dei prodotti a qualità certificata dell’agroalimentare italiano. Nel corso dei controlli sono stati sequestrati anche 43,3 quintali di shoppers non biodegradabili e non compostabili, in violazione alle recenti norme poste a tutela della fauna e degli ecosistemi marini.

Più di 3000 capi di allevamento sequestrati per maltrattamenti o per somministrazione di farmaci scaduti o non autorizzati. L’intensa attività di prevenzione, aiutata da un andamento climatico alquanto piovoso hanno ridotto sensibilmente gli eventi di incendio boschivo (meno 86 per cento rispetto al 2017), sia in termini quantitativi che in termini di estensione. L’attività di prevenzione si è incentrata sul rispetto delle ordinanze sindacali in materia di divieto di incendio dei residui vegetali e dei comportamenti vietati nelle aree più a rischio.
Nelle attività di monitoraggio vanno ricordati la pubblicazione giornaliera del bollettino Meteomont a cura del Centro Settore METEOMONT presso il Gruppo Carabinieri Forestale di Avellino e il fondamentale concorso assicurato nell’organizzazione e realizzazione dei campionamenti di terreni (n. 124 sopralluoghi complessivi), nella provincia di Caserta, preliminari alle valutazioni sulla loro conduzione agronomica.

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