Cambia il presidente della Gori il nuovo manager è il prof Di Natale. Mario Casillo punta al rilancio della partecipata finita nel mirino della magistratura

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Il fatto che subito dopo il cambio ai vertici della Gori (fuori Laboccetta, dentro il prof. Michele Di Natale, preside della Facoltà di Ingegneria della Seconda Università di Napoli) sia arrivata una nota stampa del capogruppo Pd in Regione Campania Mario Casillo, non significa che tutto sia in mano a Casillo. Significa (vedi la nomina di Agostino Casillo ai vertici dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, non per cognome ma per meriti sul campo e per un asse più salernitano che vesuviano) che il Presidente De Luca sta facendo il leader, sedando gli animi e gestendo tutto. Senza entrare in nessuna faida che ha distrutto il Pd, oggi in Campania legato a pochi uomini (e donne?) forti. Veniamo alla nomina dell’ex preside di Ingegneria ai vertici Gori. “Nell’esprimere i miei più sinceri auguri di buon lavoro al neo presidente della Gori, non posso che notare favorevolmente l’aprirsi di un nuovo fronte nella gestione del servizio idrico integrato nell’area vesuviana e nell’agro-nocerino sarnese”. testualmente la nota di Mario Casillo, capogruppo regionale del Pd. “L’obiettivo di questo nuovo fronte è quello di migliorare la gestione del servizio idrico attraverso una riqualificazione dell’azienda, per arrivare ad un progressivo rilancio. Dai nuovi vertici pubblici dell’azienda che si occupa del sistema idrico integrato mi aspetto un totale cambio di passo. Per far sì che questo accada, è necessaria una grande operazione di spending review che porti ad una progressiva eliminazione dei costi gestionali superflui, intensifichi lo sviluppo di nuove tecnologie e apra nuovi canali di comunicazione tra l’ente e i cittadini, il tutto per realizzare un miglioramento del servizio», continua Casillo. La Gori è finita nell’inchiesta del  procuratore della Corte dei conti Ferruccio Capalbo fa le pulci alle spese di funzionamento della società idrica che gestisce il servizio in 76 Comuni sarnesi-vesuviani. Spese per trasferte, telefoni e soprattutto incarichi affidati a personale esterno. Ai raggi X le varie voci di bilancio nel corso degli ultimi anni. È tutto contenuto nell’informativa del Nucleo di polizia tributaria. Il nodo delle assunzioni è sempre stato al centro delle polemiche. “Troppi dipendenti in Gori, spesso segnalati come “parenti” di amministratori dei Comuni soci dell’acquedotto. E troppi lavoratori sugli impianti idrici che sono ancora a carico del bilancio della Regione Campania e che invece dovevano essere trasferiti al gestore Gori”: i nodi centrali dell’inchiesta contabile che ipotizza un danno di 500 milioni di euro per le manutenzioni.  “Non appena i comuni avranno completato il processo di adesione all’Ente Idrico Campano (al momento dopo cinque mesi solo la metà delle amministrazioni ha aderito) sarà finalmente attuata la riforma e i poteri, così come previsto dalla legge regionale sul servizio idrico integrato in linea con quanto dettato dal referendum sull’acqua pubblica, saranno trasferiti ai primi cittadini che potranno decidere, in totale autonomia, il modello più adatto per la gestione integrata delle acque”.conclude il capogruppo del Pd. E il Presidente De Luca è entrato a pieno titolo nella partita tutta vesuviana del Pd, dalla porta principale. Accompagnato dal leader maximo Casillo, attraverso la Gori che in più occasioni ha creato imbarazzi istituzionali per gli enormi disservizi arrecati ai territori.

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