ADDIO MANU – Non ce la fa l’ex campione di calcio, oggi creativo di successo Emanuele Cocozza. I funerali domani a Pollena Trocchia

Pollena Trocchia – Emanuele è partito. Per l’ultima volta. Di lui, stella nascente di un calcio che si iniziava a sporcare di procure e troppi affari anche dal basso, resterà il ricordo di chi ci ha avuto a che fare.  Emanuele Cocozza, non era solo un campione in panchina: il cuore grande qualche volta l’ha fatto inciampare in qualche sregolatezza, che poi nel campo e fuori la paghi. Manu era anche un bravissimo grafico pubblicitario, tra i più apprezzati sul mercato. Le ultime sue creature sono campagne di comunicazioni per altri e il suo ultimo e primo progetto con Teresa la sua compagna: un portale, un mondo per raccontare Procida tra volti e miti, riti e attrattori. Il ricordo personale di Emanuele per chi scrive e per le mura che ospitano questo giornale va oltre la stima professionale. Si ferma alle chiacchierate chilometriche intorno a un concetto: per Emanuele era importante questo. Il concetto, l’essenziale. il raggiungimento di un obiettivo partendo dal significato che vogliamo dare alle cose. Di Emanuele ho parlato più volte con Gabriele Granato, anima e pezzo importante di 3D0 internet company a cui Manu a fasi faceva parte, sentendosene, a giusta ragione, un mebro effettivo. Di Emanuele e con Emanuele nel bene o nel male se ne parlava sempre. Io quando pensavo a un logo, pensavo a lui. Quasi sempre. Con Emanuele qualche volta (di troppo) mi è capitato di tirar tardi intorno a qualche bevuta. Senza eccedere tantissimo sia chiaro, ma reggeva bene. Io meno. Con Emanuele parlavo spesso dei giardinetti, la piazza con gli alberi a Pollena Trocchia, del bar di Angelo e delle pizzette di Peppe. Emanuele era entusiasta per ogni cosa che diceva, quelle che non l’entusiasmavano non le diceva e basta. Parlavamo sempre di una donna (oggi) che io conosco da ragazzina e che assieme abbiamo sempre apprezzato per tenacia e mestiere Maria Liguori, che lui continuava a chiamare come lei ha deciso di farsi chiamare, Mary. In un certo momento storico intorno ai giardinetti si è creato un bel movimento. Di quei ragazzi più piccoli di me, qualcuno gravitava intorno ai giardini da quand’era piccolissimo (Ugo Canzanella, Antonio Di Sieno) anche questo giornale ha avuto l’onore e il piacere di ospitare le firme di Maria Liguori, Domenico Andolfo e qualche volta le foto di Emanuele Cocozza e le sue pubblicità una volta per questo, una volta per l’altro cliente. Molti clienti glieli giravo io solo per lo sfizio di litigare su come lui gestiva le politiche aziendali: io ed Emanuele fondamentalmente siamo stati anarchici. Gli volevo bene e sapevo che anche il suo gruppo (ne aveva diversi per la verità a seconda delle esigenze. genio e sregolatezza, producono sempre uno stranissimo effetto) gliene voleva. C’erano gli amici della comitiva e quelli a progetto che poi sono quelli che nonostante le litigate ha sempre avuto accanto (Antonio Di Sieno, Salvatore Falanga, Nello e Toti Mercogliano) e poi c’era Teresa. Che bella ragazza Teresa. Alta, imponente e delicata. Di Teresa con Manu parlammo che già non stava bene. Gli brillavano gli occhi e qualche volta, solo qualche volta il sorriso calava e dava spazio ai pensieri. “Se non ce la faccio?”. L’avrà detto due volte da quando ci conosciamo e quando ho perso mio padre, il suo “ci sto” è valso più di un testamento. Mi raccontava del progetto, di Procida e di Teresa. Delle fotografie e della sua ammirazione per Michele Attanasio (condivisa). Abbiamo parlato qualche volta anche del pallone, del calcio. Lui era fortissimo e delicato. Onesto. Come nella vita. Era un genio, uno fortissimo che se non avesse fatto anche un sacco di cazzate avrebbe sfondato. Gli anni del suo calcio erano gli anni di tanti giovani talenti di Pollena Trocchia: Luciano Curcio in primis e poi Alfonso Zobel (un altro genio non troppo allineato ai regimi dell’atleta…) Emilio Liguoro e altri che magari ce l’han fatta. Erano gli anni che uno di questi campioni o lo trovavi nel firmamento o con la capuzzella su Cronache di Napoli per qualche cazzata commessa. Manu era fortissimo e il fatto che anche Teresa fosse un’atleta gli dava una marcia in più negli allenamenti. Anche quelli che devono farti convivere con la malattia.

E poi Manu ha avuto sempre intorno l’amore di una famiglia stupenda. Sorella, fratelli e genitori eccezionali. Nel bene o nel male rideva sempre. Anche quando ci siam visti all’Università dopo che aveva deciso di finire gli studi. Gli mancava poco per laurearsi in scienze sociali, la vecchia laurea di Sociologia. Siccome per la sua pratica serviva precisione, l’affidai a Giorgia che è precisa. Capitano per me sei laureato tre volte perché nonostante i vizi e le virtù sei stato speciale. Delicato, gentile e umile, quando su certe cose sei stato un tantino avanti a tutti. Coraggioso e forte, fragile e deciso. Avremmo dovuto fondere gli studi e quando ti dissi prenditi le chiavi di Vesuvio Hub e mettiti a lavorare assieme a noi, mi dicesti “ci penso seriamente”. Poi mi mandavi i messaggini che son diventati messaggi su Facebook. Ormai mi ero abituato a sentirti come una bella presenza di cui non condividevo lo sguardo, nonostante il tuo, vispissimo, mi piaceva assai. A qualche messaggio ha risposto tua mamma, nei tuoi ricoveri. Non vedrai mia figlia ma avevo pensato a te per gli inviti siccome vorrei fare una festa. Quando ti parlavo di Simona per sfottermi concludevi con “gioca a pallavolo?”. Ciao Manu. Ciao e basta. La tua famiglia e Teresa saranno forti abbastanza per pensare ogni volta a quanto sia stato fortunato chi ha avuto a che fare con te. La salma di Emanuele Cocozza sarà portata in chiesa venerdì 7 alle ore 9.30 per poi celebrare il rito alle 11.00 alla chiesa Santissima Annunziata di Trocchia a Pollena Trocchia.

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.