Ad Ercolano i restauri diventano didattici: ogni mercoledì, fino al 3/10. Lavori ‘a vista’ anche per turisti

 

Ercolano – Il Parco archeologico di Ercolano (Napoli) diventa un cantiere didattico aperto ai turisti che, a partire da oggi, e ogni mercoledì, fino al 3 ottobre, potranno osservare da vicino operazioni di recupero degli studenti restauratori. L’iniziativa è il frutto di una convenzione tra il Parco e l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro, ente afferente al Mibact, specializzato nel restauro di opere d’arte e del patrimonio dei beni culturali, a cui compete il ruolo di formare i futuri restauratori con un approccio interdisciplinare fondato sulla ricerca e la sperimentazione.

Oggi, davanti a gruppi di turisti, il primo intervento di messa in sicurezza dei tappeti musivi del triclinio (sala da pranzo degli antichi romani) e di un cubicolo (stanza da letto) della Casa del Colonnato Tuscanico sul Decumano Massimo. Sul campo, nell’ambito dell’attività formativa, sono operativi gli allievi del quarto anno dell’Iscr guidati da docenti restauratori e da una equipe tecnico scientifica e a quali si cerca di dare un approccio tecnico e critico all’intervento conservativo. “Nel triclinio – spiega all’Ansa Daniela Gennari, restauratrice del Laboratorio di Restauro Mosaici e Stucchi – Iscr – stiamo intervenendo sul mosaico pavimentale tricromo della II metà del I secolo d.C. a tessere bianche, gialle e nere che ha evidenti forme di degrado che vanno dalla deformazione del piano pavimentale a distacchi di profondità delle malte preparatorie fino a distacchi anche delle singole tessere”. “Questa situazione – continua Gennari – se non bloccata con una serie di provvedimenti anche semplici che consistono nella realizzazione di nuovi cordoli, nella ricollocazione e riconsolidamento delle tessere e dei vari strati, porterebbe alla perdita progressiva del mosaico”. Secondo intervento sul cubiculum, un ambiente adiacente “e lì, siccome c’è un processo molto grave di perdita progressiva di tessellato in zone dove probabilmente si era già intervenuti con materiali non idonei, andiamo a bloccare e recuperare ciò che attualmente è ancora in situ, sempre in attesa di un intervento estensivo su tutte le pavimentazioni che verrà naturalmente affidato dal Parco che ha qui la gestione e la tutela e la valorizzazione del sito”.
Marina Caso, funzionaria archeologa al Parco archeologico di Ercolano aggiunge: “Nell’ambito della convenzione tra Parco archeologico e Iscr è nato questo progetto interno pilota perché mettere in sicurezza un mosaico non significa restaurarlo ma progettare, studiare e sperimentare soluzioni che possano offrire una conservazione e una tutela del sito di più ampio respiro”. (ANSA).

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