“Libera contro le Mafie”, a Portici, tira “fuori la lingua”.
Continua l’azione culturale di contrasto alla povertà, e il percorso di cittadinanza attiva e di multiculturalità sul territorio porticese, intrapresi dal presidio locale di “Libera contro le Mafie“.
Nella mattinata di Sabato 21 Febbraio, a Portici, si è svolto il primo incontro di “Fuori la lingua“: campagna di eventi di apprendimento non formale, organizzata da Libera, in collaborazione con Collegamento Campano contro le Camorre ed Edulab, con cui, attraverso il gioco e il divertimento, i bamibini potranno conoscere usi e costumi legati alle tante lingue del mondo. Il primo incontro si è svolto in occasione della Giornata mondiale della Lingua madre: il 21 Febbraio 1952 furono uccisi quattro studenti del Bangladesh che manifestavano contro l’imposizione della lingua urdu da parte dei dominatori.
“Con questo ciclo di eventi– ha detto Leandro Limoccia, presidente del presidio porticese di Libera- Vogliamo creare un ponte tra civiltà. Un percorso di pace, di convivenza e di culto della diversità che porti nel tempo, a piccoli passi, all’affermazione di un’identità sostenibile: dove la nostra identità si impasta con quelle degli altri popoli. Perchè pensare in un’altra lingua significa ri-pensare il mondo e costruire altri legami. La madrelingua nutre i nostri pensieri e rappresenta la nostra genealogia. Parlare una lingua significa, dunque, “portare” ad esprimere la cultura che essa veicola“.
Le mura della depandance di Villa Fernandez, bene confiscato alla criminalità organizzata, hanno ospitato, durante il primo laboratorio, diverse bambine ucraine che, dopo aver parlato della difficile situazione che vive attualmente la loro patria, hanno insegnato ad una decina di bambini porticesi alcuni termini della loro lingua. La prima parola è stata, volontariamnte, “BENVENUTI“: “Tutta l’Ucraina spera che quest’anno la guerra finisca– hanno detto due bambine ucraine dopo aver illustrato le ragioni del conflitto con la Russia- Perchè noi tutti vogliamo la Pace“.
La Parola diviene, ancora una volta, uno strumento di fondamentale importanza per l’azione culturale e di sensibilizzazione che Libera, da circa un anno, promuove sul territorio porticese: la parola per denunciare il racket; la parola per ribellarsi agli sversamenti illeciti di rifiuti; la parola per combattere il silenzio a cui, troppo spesso, son costrette le vittime del femminicidio; la parola come un ponte tra civiltà per un futuro di Pace.
Dario Striano
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