TRACCE DI MEMORIA (DI LUIGI VEROLINO) – A SAN GIORGIO A CREMANO, I MASTRI DELLA CHIESA NEL ’500

San Giorgio a Cremano – È difficile individuare le forme e le motivazioni di elezione dei Mastri (o Governatori) che amministravano i bilanci delle chiese del territorio vesuviano. Nei primi anni del XVI secolo era prassi far nominare tali Mastri direttamente dai loro predecessori, ma tale consuetudine fu soppiantata da una nomina da parte del parroco o del sindaco del casale. A San Giorgio a Cremano, nel 1595, fu approvato un regolamento (Capitoli), che prevedeva l’indicazione dei Mastri uscenti in una rosa di “sei candidati, tre per ciascuno dei due quartieri del casale”. Da questo gruppo sarebbero stati estratti a sorte due dei sei concorrenti, “uno del quartiere di bascio, et l’altro del quartiere di sopra”. Non si conosce per quanto tempo tali regole fossero state in uso. Nel 1714 il parroco Marino Paciulli, in una relazione al cardinale, affermava che “per antica consuetudine la nomina dei mastri, come la revisione dei conti della loro amministrazione, rientrava nelle competenze dei parroci di S. Giorgio”. A tali affermazioni, in verità, l’Università si contrappose, facendo ricorso alle Autorità ribadendo che erano gli Eletti del Casale a nominare ogni anno due Mastri per la chiesa parrocchiale e due per la cappella del SS.mo Sacramento.Nel 1715 si giunse ad un accordo che prevedeva la possibilità del parroco di indicare i due Mastri per la parrocchia e l’Amministrazione comunale nominava i due destinati alla Cappella.  * Le notizie sono state trovate nell’Archivio storico Diocesano di Napoli

Luigi Verolino

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