San Giorgio a Cremano – “Per mia mamma sorridere era già in italiano, confessione di un sindacalista del cabaret”. Intervista con Ciro Giustiniani

San Giorgio a Cremano. Nel pomeriggio di ieri in Villa Bruno, il palazzo della cultura sangiorgese, c’è stata la presentazione del nuovo libro di Ciro Giustiniani, scritto insieme a Francesco Velonà, edito da Rai-Eri:  “Per mia mamma sorridere era già in italiano”.

Questa presentazione rientra nel grande appuntamento che il Premio Massimo Troisi, diretto da Paolo Caiazzo, ha voluto dedicare al mondo dell’editoria: quattro giorni in cui ci saranno anche altri ospiti importanti che presenteranno i loro ultimi lavori letterari.

Noi de “L’Ora Vesuviana” abbiamo avuto il piacere di intervistare Ciro Giustiniani,che in questa fatica letteraria con una battuta ed un monologo, tocca temi importanti, riuscendo a far riflettere i lettori.

Per mia mamma sorridere era gia in italiano, Confessioni di un sindacalista del cabaret,: ci puoi spiegare meglio il concetto di “sindacalista del cabaret”?

Noi facciamo un lavoro precario e alcune volte abbiamo bisogno di riunirci per decidere come limare le spigolature delle difficoltà che si incontrano e spesso mi faccio capo, avendo avuto un trascorso come dirigente sindacale.

Quali similitudini potrebbero esserci tra un cabarettista ed un sindacalista?

Il sindacalista fa ridere e il comico riunisce le persone, questo mi è successo personalmente, anche se in entrambi i casi si parla alla gente.

Il tuo libro di cosa parla?

Questo è un libro ed un ebook. In questo libro si parla di San Giorgio a Cremano, essendo nato qui, anche se sono di Barra; diciamo ho il doppio passaporto come Jorginho( giocatore italo-brasiliano del Napoli calcio). Sono il misto di due culture differenti e ho sempre notato questo e forse questo è stata la mia forza. E’ stato scritto insieme a Francesco Velonà, il mio autore personale nelle attività teatrali e autore anche di Made in Sud, con lui è nato il Boss delle Cerimonie e l’idea di scrivere il libro.

Dal palco dei teatri, arrivi in tv con un programma di successo come Made in Sud, fino ad approdare ora al mondo dell’editoria; quant’è difficile far ridere con un libro?

Non è difficile. Devo dire che questo è un libro che riesce a far ridere, ma anche riflettere ed emozionare.

Sei ospite del Premio Massimo Troisi, una kermesse dedicata ai giovani talenti vesuviani. Cosa consiglieresti ai giovani comici che si affacciano a questo mondo?

Lo vorrei sapere anche io, essendo giovane. Credo non ci sia un tempo preciso per essere giovani comici o vecchi, forse solo anagraficamente lo si può affermare, a meno che non si resta eterni come Massimo Troisi.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Ci sarà sicuramente a breve uno spettacolo a teatro e poi stiamo aspettando delle risposte per attivarci per qualcosa di importante che potrebbe nascere a breve.

foto di Alessandro Solimene

Roberto Liucci  

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