San Giorgio a Cremano: Francesco Cammarota e il suo museo di maglie del Napoli

È di San Giorgio a Cremano uno dei più grandi collezionisti di maglie del Napoli, Francesco Cammarota, che nel suo studio, presso il CIS di Nola, ne possiede un vero e proprio museo.

Da quanto tempo collezioni e perché?

Colleziono dalla fine degli anni ’90. Nel 2000 cominciai ad avere rapporti con i calciatori del Napoli e ad ottenere varie maglie, e mettendole insieme cominciai a collezionare. Da una scommessa con Stefan Schwoch, attestata da un articolo sul giornale, riuscii ad entrare nel giro e ad arricchire sempre di più la mia collezione, fino ad oggi che possiedo 850-900 maglie, di cui una parte sono di Diego Armando Maradona (Sivilla, Boca Junior, Argentina, Napoli ecc.).

Qual è la tua maglia più antica, a chi appartiene e come l’hai avuta?

È del 1953, di preciso non so a chi appartiene, ma la scambiai con un grande collezionista, Dino Alinei. Spesso scambiamo dei pezzi per completare le nostre collezioni.

E qual è la maglia a cui sei più affezionato?

Una maglia del 1984, di una partita Lazio-Napoli. Maglia rarissima, perché il Napoli giocò solo due partite con la divisa gialla. Attualmente è l’unica che si trova in giro. C’è anche una foto che attesta che Maradona la scambiò in campo con un giocatore della Lazio. Cercai di contattarlo e la acquistai da lui, che mi allegò anche una lettera di autenticità.

Eventi importanti a cui hai partecipato?

A Gennaio, Alessandro Siani mi invitò a “Tre volte 10”, che trattava del ritorno di Maradona a Napoli. Portai tre maglie di Maradona, più la sua scarpetta sinistra. Ultimamente invece ho partecipato a “Effetto Maradona”, programma per sancire il riconoscimento della cittadinanza napoletana del giocatore.

Nei tuoi incontri con i giocatori, qual è stato il più significativo e perché?

Sicuramente quello con Maradona allo spettacolo di Siani. Il giorno delle prove generali discutemmo delle maglie, mi raccontò degli aneddoti di quando era bambino, vedendo la sua maglia di quando aveva solo tredici anni. Il giorno dopo mi ha abbracciato e mi ha ringraziato per i cimeli portati. È stato veramente emozionante.

Speri che tuo figlio porti avanti questa tua passione?

Si, io spero che la portare avanti che continui la collezione. Per il momento sembra che ci siano tutti i presupposti adatti per avverare questo mio desiderio. Condividiamo tutto: andiamo a tutte le partite, partiamo per le trasferte (come negli Emirati Arabi o a Madrid) per le partite di Champions. I miei figli hanno fatto anche da mascotte nel campo accompagnando i giocatori.

Com’è stato cenare con Maradona?

È stato bello aver portato amici e clienti ed aver condiviso questa passione anche con persone non molto appassionate. È stato emozionante, ma allo stesso tempo una soddisfazione condividere la tavola con lui.

Le maglie sono nuove o usate?

La maggior parte sono usate, e alcune hanno ancora i segni del campo. Le prendo direttamente dai calciatori e le metto in magazzino per farle asciugare.

Come hai fatto ad entrare in contatto con i giocatori?

Il giornale “Il Mattino” organizzò un incontro telefonico con i giocatori del Napoli e chiamando, riuscii a parlare con Stefan Schwoch. Gli proposi una scommessa: se avesse fatto una tripletta o fosse riuscito ad arrivare a 20 gol, gli avrei regalato un computer, e lui di tutta risposta, mi avrebbe regalato la maglia, che sarebbe stata messa vicino a quella di Maradona che già possedevo. Riuscii a contattarlo una seconda volta, mandandogli il biglietto da visita e mi invitò al campo Paradiso per l’allenamento. Da lì stringemmo un rapporto d’amicizia, diventai il loro fornitore di computer e così diventai sponsor e iniziai a fare assistenza per il Napoli. Nacque una fiducia reciproca che mi ha permesso di stringere amicizia con Hamsik o Cavani, che hanno partecipato anche a miei eventi personali.

Qual è il tuo sogno?

Il mio sogno è creare una sorta di galleria con le maglie in esposizione, alla quale tutti possono accedere e possono guardare. Magari più in là potrei avverarlo, ma per il momento il mio lavoro mi occupa molto tempo.

 

Ilaria Guardasole

 

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